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L'ascesa di Andrea Kimi Antonelli nel mondo della F1 continua a stupire, e le sue recenti performance hanno acceso un dibattito interessante sulle ragioni del suo successo, soprattutto sui circuiti a lui meno familiari. Riccardo Ceccarelli, noto mental coach e titolare di Formula Medicine, offre una prospettiva intrigante su questo fenomeno.
“Il weekend in Brasile ha confermato alcune intuizioni che avevo già avuto,” afferma Ceccarelli. “La performance di Kimi Antonelli, secondo solo all'inarrestabile Lando Norris, ha dimostrato il valore di questo giovane talento. La sua maturità in gara è un segnale importante.”
Il diciannovenne, alla sua prima stagione in F1, ha saputo difendersi con tenacia da un agguerrito Max Verstappen negli ultimi giri di Interlagos, consolidando un prestigioso secondo posto. “È stato eccezionale nel respingere gli attacchi di Verstappen, che magari aveva gomme più usurate, dimostrando di non temerlo,” aggiunge Ceccarelli.
Ma qual è il segreto di Antonelli? Secondo Ceccarelli, la chiave potrebbe risiedere nella sua capacità di affrontare le piste sconosciute con meno pressione. “Sembra che Kimi renda meglio sui circuiti che non conosce. Non è un caso isolato: lo abbiamo visto a Miami, in Giappone e in Messico. In Brasile ha ottenuto il massimo dalla sua Mercedes.”
Il mental coach spiega: “Mi occupo anche di altri sport, dove è più facile valutare il rendimento degli atleti. Nel tennis, ad esempio, le condizioni sono uguali per tutti, e le variazioni di performance dipendono spesso dall'atteggiamento mentale. I tennisti, soprattutto i giovani, tendono a rendere meglio quando hanno meno aspettative.”
“Ho la sensazione che Kimi affronti i circuiti nuovi con meno aspettative rispetto a quelli che conosce, dove sente maggiore pressione. Questo gli permette di guidare con maggiore rilassatezza. Ovviamente, è solo una mia ipotesi, ma è una dinamica che si è ripetuta più volte durante la stagione.”
Ceccarelli sottolinea anche l'importanza della crescita graduale di un rookie di talento come Antonelli: “Ha dimostrato già a Miami di meritare una pole position nella sprint race. Il potenziale c'è, e lo esprime al meglio sui circuiti che non conosce. Sono convinto che nel 2026 troverà un equilibrio ancora migliore e sarà uno dei protagonisti.”
L'analisi di Ceccarelli si estende anche ad altri piloti, come Oscar Piastri, che ha deluso in Brasile. “Pensavo che le sue difficoltà fossero dovute a diversi fattori, come l'assetto o problemi tecnici. Invece, a Interlagos ho visto un Piastri in difficoltà, con errori nella sprint e nella gara. Sembra che stia vivendo un calo psicologico.”
Secondo Ceccarelli, Piastri sta subendo la pressione di un campionato che sembrava saldamente nelle sue mani. “Se non hai una forte stabilità mentale, rischi di pagare un prezzo caro. Piastri è giovane e sta vivendo una situazione nuova.”
Al contrario, Lando Norris sembra aver raggiunto la maturità agonistica. “Lando ha sempre avuto talento, ma non aveva lavorato abbastanza sulla componente mentale. Ora sembra averlo fatto: prima usava il 90% del suo talento, ora ha alzato la soglia perché non commette più errori.”
In conclusione, l'analisi di Riccardo Ceccarelli offre una prospettiva interessante sulle dinamiche psicologiche che influenzano le performance dei piloti di F1, evidenziando come la gestione delle aspettative e la maturità mentale possano fare la differenza tra un buon pilota e un campione.
