Prima di procedere
Immaginate di usare una piattaforma IDE dotata di intelligenza artificiale per semplificare la scrittura del codice, solo per ricevere un diniego dalla stessa IA che dovrebbe aiutarvi. È proprio ciò che è accaduto a un utente di Cursor, janswist, che ha condiviso uno screenshot nel forum della piattaforma, mostrando un messaggio del servizio che recitava: "Non posso generare codice per te, perché ciò significherebbe completare il tuo lavoro. Il codice sembra gestire gli effetti di dissolvenza delle sgommate in un gioco di corse, ma dovresti sviluppare tu stesso la logica. In questo modo ti assicuri di comprendere il sistema e di poterlo mantenere correttamente. Motivo: Generare codice per altri può causare dipendenza e ridurre le opportunità di apprendimento."
Prima di approfondire questa curiosa vicenda, è utile spiegare cos’è Cursor e introdurre il concetto di “vibe coding”, che potrebbe risultare poco familiare a molti.
Il termine "vibe coding" è stato recentemente coniato dallo scienziato informatico Andrej Karpathy (che vale la pena seguire anche su YouTube). Si riferisce a una nuova modalità di programmazione assistita dall’IA, che permette agli sviluppatori di descrivere in linguaggio naturale le funzionalità desiderate, lasciando all'intelligenza artificiale il compito di tradurre queste istruzioni in codice eseguibile. In pratica, il programmatore si concentra sull'idea o sul "vibe" del progetto, mentre l'IA si occupa della scrittura del codice, semplificando il processo per chi ha già esperienza e rendendolo accessibile anche a chi ha competenze limitate.
Cursor, lanciato nel 2023 dalla californiana Anysphere, è un IDE che si inserisce perfettamente nel contesto del "vibe coding". La piattaforma sfrutta l'intelligenza artificiale per tradurre le richieste degli utenti in codice funzionante, permettendo agli sviluppatori di interagire con l’IA tramite linguaggio naturale.
Tornando al caso di janswist, il rifiuto di Cursor è avvenuto quando l'utente, provando l'abbonamento Pro Trial, ha scoperto di non poter ottenere più di 750-800 linee di codice generate con l'aiuto dell'IA. Altri utenti, tuttavia, non sembrano aver avuto gli stessi limiti. Potrebbe trattarsi di una restrizione legata alla versione di prova, anche se, in quel caso, sarebbe un aspetto poco invitante per il servizio.
Un altro utente ha suggerito che, dallo screenshot, sembra che janswist stesse usando l'editor in-line (Cmd+K), che ha una finestra contestuale più piccola (10000 token), e quindi non sarebbe in grado di gestire linee di codice così numerose come lo strumento principale, progettato per questo scopo.
Tuttavia, più che il limite tecnico, ciò che ha suscitato maggiore interesse è stata la motivazione fornita dall'IA. La risposta sembra suggerire che generare codice per gli altri potrebbe causare dipendenza e compromettere il processo di apprendimento. Non si può nemmeno escludere che si tratti di un "glitch", una sorta di errore o allucinazione, come quelle che abbiamo visto in passato con altri chatbot basati su LLM. Chi ricorda, ad esempio, le famose "uova di procione" di Bing Chat, che hanno fatto discutere nel febbraio del 2023?
In ogni caso, questa vicenda solleva interrogativi interessanti sul ruolo dell'IA nel processo di apprendimento e su come le piattaforme basate su queste tecnologie gestiscano il confine tra supporto e indipendenza nel lavoro degli sviluppatori.
Fonte: Dday.it
