Prima di procedere
Nel Manchester United va in panchina Leny Yoro, pagato 60 milioni di euro, ma non lui. Perché Patrick Dorgu ha impiegato davvero poco a prendere le misure alla sua nuova avventura, una delle casacche più amate del globo. Il passaggio da Lecce ai Red Devils pare non averlo troppo spaventato, tutt'altro. Nel 3-4-3 di Amorim si posiziona sulla sinistra, a fianco di giocatori con il passato decisamente più conosciuto: Maguire, sì, ma anche De Ligt o Casemiro, Onana o Fernandes.
D'altro canto tutti quanti, a Lecce, pensavano che fosse il momento giusto per il grande salto. Ecco, magari non Pantaleo Corvino, visto che il direttore giallorosso avrebbe voluto tenerlo per altri sei mesi, quelli che servivano per arrivare alla salvezza. Però c'erano 30 milioni di motivi, più altri 7,5 di bonus, una cifra altissima per chi, con queste cifre, paga circa un anno e mezzo di stipendio. Novanta minuti contro il Tottenham, novanta anche sabato contro l'Everton, quando il risultato alla fine del primo tempo era sul 2-0, con Sir Alex Ferguson in tribuna che non aveva una faccia felice, tutt'altro.
Il presidente del Lecce, Saverio Sticchi Damiani, ha parlato così del trasferimento del danese. "Più volte abbiamo detto che Dorgu non sarebbe partito a gennaio. Poi è arrivato il Manchester United, che si è fatto sentire con noi e con l’entourage del ragazzo ricevendo da noi una risposta ufficiale in cui dicevamo che non avevamo intenzione di lasciar partire Dorgu a gennaio. E non parlando di cifre, non chiedendo rilanci. Questo, anziché stoppare lo United, ha sortito l’effetto opposto. Il Manchester ha così insistito, noi abbiamo chiesto più volte di rinviare il tutto in estate, promettendo anche al giovane che non avrebbe perso l’opportunità. Anche per noi era uno step storico, solo volevamo farlo a luglio".
FONTE: Tuttomercatoweb
