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Nel 2025, gli hacker nordcoreani hanno stabilito un nuovo record, rubando ben 2 miliardi di dollari in criptovalute. Questa cifra impressionante supera di oltre il 50% i risultati ottenuti nel 2024, evidenziando una crescente sofisticazione e intensificazione delle loro attività illecite. Secondo un rapporto della società Chainalysis, ripreso da Bloomberg, questi fondi rappresentano una porzione significativa dei circa 3,4 miliardi di dollari sottratti all'industria delle criptovalute a partire da gennaio 2025. Complessivamente, si stima che la Corea del Nord abbia accumulato almeno 6,75 miliardi di dollari attraverso furti di criptovalute dall'inizio delle rilevazioni statistiche.
Una parte consistente di questa somma annuale è attribuibile al più grande furto digitale della storia, avvenuto a febbraio, quando gli hacker nordcoreani hanno sottratto 1,5 miliardi di dollari dalla piattaforma di scambio di criptovalute Bybit. Chainalysis sottolinea che la Corea del Nord continua a rappresentare una delle minacce più significative alla sicurezza delle criptovalute a livello globale. Andrew Fierman, responsabile del dipartimento di intelligence per la sicurezza nazionale di Chainalysis, ha dichiarato che il furto di criptovalute è diventato un meccanismo di finanziamento redditizio per la Corea del Nord, con i proventi di questi attacchi che sostengono direttamente il regime.
L'enorme afflusso di fondi rubati all'inizio del 2025 ha permesso agli analisti di ottenere una visione senza precedenti delle tattiche di riciclaggio utilizzate dagli hacker nordcoreani per gestire ingenti somme di criptovalute. Essi impiegano tecniche complesse, tra cui la frammentazione dei pagamenti in blockchain in tranche più piccole, riducendo così la probabilità di essere individuati dai sistemi di monitoraggio. Nonostante una diminuzione del numero di attacchi noti quest'anno, la Corea del Nord è riuscita a realizzare compromissioni altamente efficaci, infiltrando specialisti IT all'interno di servizi di criptovalute per ottenere accesso privilegiato.
A novembre, la principale piattaforma di scambio di criptovalute sudcoreana, Upbit, ha denunciato il furto di asset digitali per un valore di circa 30 milioni di dollari, avvenuto il giorno successivo all'annuncio dell'acquisizione della società Naver. Secondo quanto riportato dai media sudcoreani e ripreso da Bloomberg, si sospetta che dietro questo attacco ci sia il gruppo di hacker Lazarus, notoriamente collegato alla Corea del Nord.
Questi eventi sollevano serie preoccupazioni sulla sicurezza delle piattaforme di scambio di criptovalute e sulla necessità di rafforzare le misure di protezione contro gli attacchi informatici. La capacità della Corea del Nord di generare ingenti somme di denaro attraverso il furto di criptovalute evidenzia la crescente importanza di questo tipo di attività illecita come fonte di finanziamento per il regime, con implicazioni significative per la sicurezza internazionale e la stabilità finanziaria globale. La comunità internazionale è chiamata a intensificare gli sforzi per contrastare queste attività e proteggere l'integrità del sistema finanziario digitale.
