La sconfitta della Juventus contro il Napoli ha sollevato interrogativi non solo sul piano tattico, ma anche sulle strategie di mercato e sulla gestione della squadra. Emergono infatti somiglianze preoccupanti con la precedente gestione di Igor Tudor, poi sostituito da Luciano Spalletti. In particolare, si evidenzia una sostanziale bocciatura del mercato estivo e statistiche che ricalcano quelle del periodo Tudor.
Senza Vlahovic, Spalletti ha sorpreso molti non schierando né Jonathan David né Lois Openda, quest'ultimo definito dallo stesso tecnico come un acquisto da "45 o 50 milioni di euro". Al loro posto, ha preferito adattare Yildiz al ruolo di "falso nueve", una posizione che sembra non valorizzarne appieno le caratteristiche. Il gol del pareggio è arrivato solo dopo l'ingresso in campo di David e il ritorno di Yildiz al ruolo di trequartista. Questa scelta tattica suona come una critica implicita al mercato estivo, richiamando le lamentele di Tudor, che ad agosto aveva definito il mercato "complicato" e aveva sottolineato come al Como fossero stati acquistati giocatori specificamente richiesti dall'allenatore, lasciando intendere che alla Juventus non fosse accaduto lo stesso.
Ma al di là delle scelte tattiche, sono i numeri a destare maggiore preoccupazione. Dopo otto partite, la Juventus di Spalletti registra un rendimento simile a quello della Juventus di Tudor dopo undici giornate: la media punti in Serie A è di 1,6 per Spalletti contro l'1,5 di Tudor, l'attacco realizza 1,5 gol a partita (contro 1,4), e la difesa, pur concedendo meno tiri (8,5 contro 14,1), subisce comunque un gol a partita di media.
Questi dati sollevano interrogativi sulla reale efficacia del mercato estivo e sulla capacità di Spalletti di valorizzare al meglio gli elementi a sua disposizione. Le scelte tattiche, come l'esclusione di David e Openda, sembrano dettate più da una critica alla qualità della rosa che da una precisa strategia di gioco. La Juventus si trova ora a un bivio: dovrà trovare rapidamente una soluzione per invertire la tendenza e dimostrare che gli investimenti estivi possono portare i risultati sperati. Altrimenti, il rischio è quello di ripetere gli errori del passato e compromettere gli obiettivi stagionali.
La situazione è resa ancora più complessa dalle aspettative elevate riposte in Spalletti, chiamato a risollevare le sorti di una squadra reduce da stagioni deludenti. Il tecnico toscano dovrà dimostrare di saper gestire le pressioni e di essere in grado di valorizzare al meglio il potenziale della rosa, anche attraverso scelte tattiche coraggiose e una maggiore fiducia nei nuovi acquisti. Il futuro della Juventus dipenderà dalla sua capacità di trovare il giusto equilibrio e di costruire una squadra competitiva e vincente.
In conclusione, le somiglianze tra la gestione Spalletti e quella di Tudor, unite alle difficoltà incontrate sul campo e alle critiche implicite al mercato estivo, rappresentano un campanello d'allarme per la Juventus. Il club dovrà riflettere attentamente sulle proprie strategie e trovare soluzioni concrete per invertire la tendenza e tornare a competere ai massimi livelli.
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