Con un fatturato annuo stimato di circa 40 miliardi di euro, le mafie italiane rappresentano, economicamente parlando, la quarta 'industria' del Paese, posizionandosi direttamente dopo grandi aziende come Eni, Enel e il Gestore dei Servizi Energetici (GSE).
Secondo un’analisi condotta dall’Ufficio studi della Cgia, queste stime potrebbero essere sottovalutate a causa della difficoltà nel tracciare i guadagni provenienti dalle attività illecite che si infiltrano nell'economia legale.
Numeri spaventosi
Dati forniti dall’Unità di Informazione Finanziaria della Banca d’Italia, incrociati con le informazioni della Direzione Nazionale Antimafia e dell’autorità giudiziaria, indicano che almeno 150.000 aziende in Italia potrebbero essere controllate o collegate a organizzazioni mafiose. Tra i settori criminali in cui le mafie operano, ci sono il narcotraffico, traffico d’armi, smaltimento illecito di rifiuti, appalti pubblici, gioco d’azzardo, usura, contrabbando di sigarette e prostituzione. Le estorsioni risultano essere tra le attività più redditizie, colpendo principalmente gli imprenditori. Nelle aree con alti tassi di denunce per estorsioni, reati ambientali e lavoro nero, c’è una forte probabilità di presenza mafiosa. Negli ultimi dieci anni, le denunce per estorsione sono aumentate del 66,2%, mentre il totale delle denunce per reati è sceso del 19%. In particolare al Nord, l’estorsione si diffonde più attraverso la coercizione economica che tramite minacce dirette. Si ricorre a metodi come l’imposizione di assunzioni e fornitura di servizi, o la fatturazione di operazioni inesistenti, creando una sorta di "complicità" con le vittime. Dal 2013 al 2023, le denunce di estorsione sono aumentate del 66,2%, con un incremento notevole del 128,3% nel Nordest.
Più denunce al Sud
In termini geografici, il Mezzogiorno ha registrato il maggior numero di denunce, seguito da Nordovest, Centro e Nordest. A livello provinciale, gli incrementi più significativi si sono verificati a Bolzano, Belluno, Verbano-Cusio-Ossola, Benevento e Ferrara. Roma ha avuto il maggior numero di denunce nel 2023, seguita da Napoli, Milano, Torino e Bologna.
Le grandi città metropolitane sono al centro delle attività sospette. Napoli ha il maggior numero di imprese potenzialmente infiltrate, seguita da Roma e Milano. Queste tre città concentrano il 34% delle imprese a rischio nel Paese, con altre aree critiche includendo Caserta, Brescia, Palermo, Salerno, Bari e Catania.
Fonte: agimeg.it