La Juventus, reduce dalla sconfitta contro il Napoli, si prepara ad affrontare una sfida cruciale in Champions League contro il Pafos. Luciano Spalletti, allenatore bianconero, ha tenuto una conferenza stampa in cui ha analizzato il momento della squadra e le insidie dell'impegno europeo. "Prima di tutto, il Pafos è una squadra tosta", ha esordito Spalletti. "Nel reparto offensivo sono molto forti, dobbiamo essere bravi a non subire le loro ripartenze. Bremer e Rugani sono convocati e verranno in panchina".
Tornando sulla sconfitta contro il Napoli, Spalletti ha ammesso: "Naturalmente ho delle responsabilità. Non ho messo in condizione la squadra per fare il meglio e ho danneggiato la squadra". Il tecnico ha poi approfondito le caratteristiche del Pafos: "Ha molti portoghesi e brasiliani in squadra. È una squadra che ha fatto brutta figura solo contro il Bayern. Poi ha preso pochissimi gol nonostante abbia avuto avversari top. Sono una squadra tignosa e vogliosa di metterla a livello fisico. Hanno organizzazione sui calci piazzati. Sui 4 gol fatti 3 li hanno fatti su calcio piazzato".
Spalletti ha anche parlato delle difficoltà incontrate nell'incidere sull'attacco: "I numeri sono quelli non desiderati al momento, sia al livello di risultati che di individualità. Ora ho più conoscenza dei calciatori che ho a disposizione e per me è fondamentale. Poi vedo che sono migliorate alcune cose. Non siamo bravi a ripeterle spesso dentro la partita queste cose che loro hanno, ma sono lì nelle condizioni di essere prese. Le dobbiamo fare di più e riconoscere di più. Ho visto fare belle giocate e buone cose ai nostri attaccanti. Nei 3 gol che abbiamo visto domenica abbiamo fatto un bellissimo gol, per cui se fai quelle cose lì è segno che ce l'hai un po'. L'essenziale è riproporle più spesso".
Rispondendo a una domanda sulla sua fiducia e sulle difficoltà incontrate, Spalletti ha dichiarato: "Ho le stesse intenzioni e certezze di quando ho accettato di venire a fare l'allenatore della Juventus. Li vedo migliorare in allenamento, più li vedo e più ho a che fare con loro, più mi arrabbio e tranquillizzo allo stesso tempo. Mi fanno stare sull'ottovolante, a volte rido e altre strillo. Poi gliele vedi fare alcune cose e pensi che si ripeterà più volte, invece poi si va ad annullarla e ripartire da capo. Per me non cambia e non cambierà niente, non cambierò per un risultato o per l'atteggiamento. Le cose si affrontano e si cerca di trovare la spiegazione a ciò che è avvenuto".
Sul momento di forma di Thuram, Spalletti ha detto: "Dal mio punto di vista è un calciatore forte, che ha giocato bene anche domenica. Ne abbiamo bisogno, è un calciatore che ha quello strappo con la guida della palla che dovrebbe migliorare anche senza palla perché può creare spazi alla squadra. Professionista top, a me piace totalmente. Però poi in alcuni momenti durante la partita si hanno momenti migliori e altri peggiori, però a Napoli ha giocato una buona partita".
Riguardo alle condizioni di Bremer e Rugani, il tecnico ha confermato: "Sono qui che li aspetto a braccia aperte, saranno convocati e domani saranno in panchina. Non so dirle se saranno della partita oppure no. Domani si alleneranno se non entreranno quei 10-15 minuti, poi si aumenta il livello per poter fare discorsi differenti".
Un passaggio interessante della conferenza stampa ha riguardato il giovane Yildiz. Spalletti ha spiegato: "Probabilmente l'ho detta male o avete capito male. Volevo intendere che c'è molto del potenziale che ha lui che è da vedere e che voi non avete visto. Anche se lui ce la sta mettendo tutta e cresce di gara in gara, ha dei margini di miglioramento che sono incredibili per quella che è la mia visione. Sono un po' le stesse cose che dicevo a Kvara appena l'ho conosciuto, lui può diventare davvero un calciatore di livello super top. Delle cose le sta già facendo ma in allenamento se ne vedono molte di più. Per cui tutto a posto. Senza attaccanti a Napoli? Non era per pungolarli ma per voler vincere la partita. Sono andato a giocare in quella maniera perché ero convinto che fosse il sistema giusto, poi non ho avuto il risultato che volevo. Naturalmente ho delle responsabilità. Non ho messo in condizione la squadra per fare il meglio e ho danneggiato la squadra".
Infine, Spalletti ha parlato della possibilità di passare definitivamente al 4-3-3: "La conosco un po' di più, quando sono arrivato le partite erano così vicine che averli tutti per fare un allenamento è difficilissimo. Ieri ho avuto quelli che non avevano giocato, oggi uguale. È difficile avere possibilità di allenarli tutti insieme a un livello di aggressività importante. Ho sempre la disponibilità del settore giovanile che stanno facendo un lavoro fondamentale a mettermi sempre 10 giocatori a disposizione. Il calcio ormai somiglia sempre meno a questi numeri e sistemi di gioco. Solo in alcuni momenti di passaggio ci si ritrova dentro quelli che sono i numeri, 3-4-2-1 o 4-3-3. Ormai quasi tutte le squadre ti vengono addosso forte e la mettono su uno slancio di corsia e aggressività che si mischiano. C'è questa continua rotazione e deformazione dei sistemi di gioco. Cambierà poco anche se avere un difensore di piede destro mi permetterà di fare delle cose, come ad esempio non far giocare Kelly fuori area sul destro. Proveremo a fare quella situazione, se così si può chiamare il 4-3-3 o il 4-3-2-1".
Alla domanda se la squadra perda entusiasmo troppo facilmente e se David abbia bisogno di continuità, Spalletti ha risposto: "È un po' il rido e strillo di cui parlavo prima. A volte modificano quello che è il loro status. Ho avvisato i ragazzi perché adesso devo forzare di più. David ha bisogno di 5 partite? Anch'io ho bisogno di allenare 5 volte il Real o il Barça per dimostrare che allenatore forte sono. Non funziona così".
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