Prima di procedere
Rob Bonta, il Procuratore Generale della California, ha reagito con fermezza alla recente minaccia del Presidente Donald Trump di imporre una tariffa del 25% a Apple se non trasferirà la produzione degli iPhone negli Stati Uniti. Bonta ha dichiarato, durante una conferenza stampa tenutasi venerdì, di essere pronto ad intraprendere azioni legali nel caso in cui la legge venga violata, in risposta a domande sollevate da un giornalista di Politico in un evento con leader economici locali.
Trump, nella stessa giornata su Truth Social, aveva esortato il CEO di Apple, Tim Cook, a iniziare a produrre gli iPhone negli Stati Uniti, piuttosto che in India o altrove. Questo messaggio ha suscitato una risposta netta da parte di Bonta, il quale ha sottolineato che la dichiarazione è stata deludente e che sembra una reazione impulsiva del Presidente.
Successivamente, Trump ha ampliato la minaccia anche a Samsung e ad altre aziende, sostenendo che sarebbe inappropriato non applicare le stesse misure a tutti i produttori di tecnologia. Questo ha portato Bonta ad affermare che il suo ufficio esaminerà la legittimità di qualsiasi azione tariffaria della Casa Bianca.
Bonta ha poi elogiato la California come la quarta economia mondiale e ha evidenziato il contributo significativo di aziende come Apple alla crescita dello stato. L'obiettivo del procuratore è garantire che i diritti di queste aziende non siano violati, soprattutto da parte del governo federale, il cui ruolo dovrebbe essere quello di supportare, non ostacolare, la crescita economica.
Nonostante il clima di incertezza, Apple ha scelto di non commentare pubblicamente le minacce di Trump, sebbene il giorno della dichiarazione abbia registrato un calo del 3% nel valore del suo titolo azionario. Questo decremento si aggiunge a una settimana difficile già affrontata dagli investitori della società, riflettendo le preoccupazioni per il potenziale impatto finanziario delle tensioni tra Apple e la Casa Bianca.
Le recenti dispute rappresentano solo l'ultimo episodio di una lunga storia di relazioni tese tra il governo federale e le grandi aziende tecnologiche, mettendo in evidenza il fragile equilibrio tra interessi politicamente motivati e aspirazioni commerciali. Il dibattito su dove le grandi aziende dovrebbero localizzare la loro produzione solleva anche questioni cruciali riguardanti l'innovazione, la competitività e la stabilità economica.
I cittadini e gli investitori osservano con ansia, consapevoli che le decisioni prese nelle prossime settimane potrebbero avere ripercussioni durature non solo sull'industria tecnologica, ma anche sull'ampio tessuto economico globale. Mentre la California si posiziona come un baluardo della tecnologia e della sua difesa contro politiche federali potenzialmente dannose, il mondo attende di vedere se la posizione ferma di Bonta diventerà un catalizzatore per future azioni legali o negoziati più equilibrati.
