Un nuovo capitolo si apre nel complesso scenario delle relazioni tra Stati Uniti e Cina, con al centro la tecnologia dei semiconduttori. L'amministrazione statunitense ha dato il via libera a NVIDIA per l'esportazione dei suoi chip H200 verso clienti cinesi selezionati. Questa decisione, annunciata lunedì scorso, giunge dopo mesi di incertezze e restrizioni che hanno pesato sulle aziende americane attive nel settore dei semiconduttori avanzati.
È importante sottolineare che l'autorizzazione non riguarda i chip di ultima generazione, ma modelli come gli H200, che sebbene non siano i più recenti (risalenti a circa un anno e mezzo fa), rimangono comunque significativamente più avanzati rispetto ai chip H20, progettati specificamente da NVIDIA per il mercato cinese, cercando di aggirare le precedenti restrizioni imposte dagli USA.
La mossa del governo statunitense è stata accolta positivamente da NVIDIA, che ha sottolineato il valore di questa decisione per il settore manifatturiero americano. La questione riflette un delicato equilibrio tra obiettivi economici, sicurezza nazionale e dinamiche internazionali. L'esportazione di chip avanzati si inserisce in un contesto di crescente competizione con la Cina, dove le decisioni oscillano tra aperture e chiusure, come quando Trump aveva precedentemente annunciato che i chip IA più avanzati di NVIDIA sarebbero rimasti esclusivamente negli Stati Uniti.
Il ruolo del Congresso aggiunge un ulteriore livello di complessità. Solo una settimana prima del via libera, il segretario al Commercio aveva ribadito che la decisione finale spettava al Presidente. Contemporaneamente, alcuni senatori avevano presentato un disegno di legge volto a bloccare per due anni l'esportazione di chip IA avanzati verso la Cina. Questa proposta, nota come SAFE Chips Act, mira a imporre uno stop di trenta mesi alle licenze di esportazione dei chip più avanzati, evidenziando la volontà bipartisan di ridurre la dipendenza tecnologica cinese dai fornitori statunitensi e le preoccupazioni relative a un possibile utilizzo militare dei chip IA da parte del governo di Pechino. L'apertura all'export degli H200 potrebbe quindi generare attriti e rallentare l'iter legislativo.
Negli ultimi due anni, la strategia degli Stati Uniti in questo settore è stata tutt'altro che lineare. Dopo aver imposto nuove restrizioni alle aziende che esportavano chip verso la Cina, queste erano state revocate, abrogando una norma precedente. In estate, si era tentato un compromesso con un modello che prevedeva una quota dei ricavi destinata al governo statunitense. La tecnologia dei semiconduttori è diventata, di fatto, uno strumento di negoziazione all'interno di un confronto commerciale più ampio, influenzando le scelte industriali di aziende come NVIDIA. Questa altalena di decisioni ha creato incertezza nel mercato e ha spinto la Cina a cercare alternative.
La Cina, infatti, ha reagito limitando l'accesso ai chip più avanzati di NVIDIA. L'autorità che regola il settore digitale cinese ha bloccato l'acquisto di questi prodotti da parte delle aziende nazionali, incentivando gli operatori locali a rivolgersi a soluzioni sviluppate da Huawei e Alibaba. Questa mossa ha ulteriormente ridotto la presenza dei chip statunitensi nel paese, un vuoto che l'autorizzazione agli H200 difficilmente colmerà in tempi brevi. L'industria cinese sta accelerando lo sviluppo di alternative nazionali per ridurre la dipendenza dalla tecnologia straniera, un obiettivo strategico per il governo di Pechino.
Il Presidente statunitense ha ufficializzato l'accordo, sottolineando che la leadership cinese ha accolto favorevolmente la notizia. Sembra che l'amministrazione stia valutando di estendere lo stesso approccio ad altre aziende del settore, come AMD e Intel. Questa apertura potrebbe segnalare un tentativo di distensione nelle relazioni commerciali tra i due paesi, ma resta da vedere se porterà a una stabilizzazione a lungo termine o se si tratterà solo di una tregua temporanea. La competizione tecnologica tra USA e Cina rimane intensa, e il futuro del settore dei semiconduttori sarà determinato da una complessa interazione di fattori politici, economici e tecnologici.
Prima di procedere


