Istvan Kovacs è un nome che sta facendo parlare di sé nel panorama del calcio europeo, e con buone ragioni. A soli quaranta anni, questo insegnante di Educazione Fisica originario di Carei, in Romania, ha conquistato un ruolo prestigioso: sarà lui a dirigere la finale di Champions League, in programma sabato a Monaco di Baviera, tra Paris Saint-Germain e Inter.
La scelta è stata fatta dal torinese Roberto Rosetti, designatore arbitrale della Uefa. Rosetti ha puntato su Kovacs, un arbitro con una crescente reputazione internazionale, alimentata dalle sue performance impeccabili nelle competizioni più importanti. Solo l'anno scorso, Kovacs ha diretto la finale di Conference League a Tirana, che ha visto la Roma trionfare sul Feyenoord. A seguire, ha preso parte alla finale di Europa League a Dublino, dove l'Atalanta ha superato il Bayer Leverkusen con una brillante prestazione di Lookman.
Nato a Carei e residente a Cluj-Napoca, Kovacs è stato riconosciuto come arbitro internazionale dal 2010. Il suo lignaggio è interessante: padre ungherese, madre tedesca, possiede il doppio passaporto rumeno e magiaro. Questo background multiculturale si riflette anche nei diversi modi in cui il suo nome viene registrato: senza accenti in Romania e FIFA, ma come István Kovács per l'Uefa.
Il paragone con Pierluigi Collina è inevitabile; Kovacs è spesso definito una sorta di 'Collina della Transilvania'. Entrambi condividono un'innegabile autorità sul campo, accompagnata da un carisma naturale e una rigorosa disciplina. Questi tratti distintivi sono stati riconosciuti non solo dai fan del calcio, ma anche da esperti del settore.
Non molti conoscono la storia degli arbitri romeni come Kovacs che hanno avuto l'onore di guidare una finale di Champions League. Prima di lui, solo due hanno ricevuto questo privilegio: Nicolae Rainea nel 1983 e Ion Crăciunescu nel 1995. Sei nostalgici del passato o entusiasti del futuro, Kovacs rappresenta una continuità e un rinnovamento per la tradizione arbitrale della Romania nelle grandi competizioni europee.
Interessante notare che Kovacs aveva già respirato l'atmosfera di una finale di Champions: nel 2022 fu scelto come quarto ufficiale nella sfida tra Manchester City e Inter a Istanbul, una partita che i Citizens vinsero per 1-0. Da allora, la sua reputazione non ha fatto che crescere, avendo già arbitrato tre partite dell'Inter in Champions League, rendendolo una presenza familiare per i nerazzurri.
Mentre si avvicina la tanto attesa finale di Monaco, gli occhi del mondo saranno puntati su Kovacs. La sua capacità di mantenere calma e autorevolezza sarà cruciale per gestire due delle squadre più talentuose del calcio europeo contemporaneo. La sua presenza sul campo non solo garantirà un gioco equo e ben controllato, ma fornirà anche uno spettacolo avvincente che i tifosi di tutto il mondo non vedranno l'ora di vedere.