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Alvaro Morata, noto attaccante attualmente in forza al Como, sta vivendo un momento di riflessione e determinazione mentre si prepara a rappresentare la Spagna nelle gare di qualificazione per i Mondiali del 2026. Alla vigilia del match decisivo contro la Bulgaria, ha condiviso le sue emozioni e pensieri in conferenza stampa, esprimendo entusiasmo e consapevolezza per il privilegio di far parte della squadra nazionale.
Morata ha esordito affermando con sicurezza: "Mi sento bene. Non vedo l'ora di giocare con la Spagna, come sempre. Non è mai facile partecipare a un Mondiale, anche se dall'esterno sembra così. Abbiamo esempi che dimostrano che non è così. Sto andando molto bene e sono felice di essere qui". Queste parole rivelano non solo la sua convinzione personale, ma anche un profondo rispetto per la difficoltà e il valore dell'opportunità di giocare per la propria nazione in una competizione così prestigiosa. Gli occhi puntati su un posto ai Mondiali del 2026, che si terranno in Nord America, riflettono un sogno che ogni calciatore coltiva fin da giovane.
Durante il dialogo con i media, Morata ha affrontato la possibilità che questa potrebbe essere la sua ultima esperienza con la maglia della nazionale, pur rimanendo focalizzato sul presente e sul dare il massimo per il suo Paese. Ha dichiarato: "Ho passato così tante cose che domani potrei avere un infortunio o qualcosa del genere. Non ci penso, scendo in campo con entusiasmo per rappresentare il mio Paese, che è la cosa migliore che mi sia mai capitata come calciatore. Domani dovremo dare il 100%". Questa affermazione sottolinea l'importanza di essere mentalmente preparato e di vivere ogni partita come un'opportunità irripetibile.
Nonostante abbia avuto solo dieci minuti di gioco nelle ultime tre partite in nazionale, Morata non si è lasciato demoralizzare, dimostrando una mentalità positiva e un atteggiamento di squadra straordinario. Con umiltà ha spiegato: "È diverso. La cosa migliore che abbiamo è che siamo una grande squadra. Nel corso della mia carriera ho avuto qui grandi giocatori che non hanno giocato sempre in nazionale, come David Silva o Cesc Fabregas, ma non ho mai visto una faccia cattiva, loro sono stati degli esempi. Essere qui è una benedizione, non potrei prenderla male". Questo riconoscimento del valore del gruppo sopra le ambizioni personali è essenziale in un team vincente.
Interrogato su una sua potenziale permanenza in panchina, Morata ha mostrato la sua maturità e comprensione per i sacrifici richiesti a livello professionale. Ha confessato di aver attraversato momenti complicati come la depressione, ma ha anche espresso gratitudine per il supporto ricevuto da persone care come sua moglie e i suoi amici. Ha dichiarato: "Se non sarò in squadra, mi impegnerò nel ritiro a prescindere. Ho attraversato momenti difficili che ti fanno riflettere, come la depressione. Ma grazie a Dio ho persone come mia moglie e i miei amici al mio fianco. Sarò in campo, sugli spalti o darò una mano ovunque potrò. Aiuterò il mio Paese in ogni modo possibile a vincere ogni competizione possibile". Questa affermazione celebra la resistenza personale e l'altruismo che contraddistinguono Morata, valori che lo rendono un giocatore amato sia sul campo che fuori.
Morata si prepara dunque a questa nuova sfida con spirito combattivo e un occhio di riguardo al domani. La sua dedizione alla nazionale spagnola e la sua ferma volontà di partecipare attivamente alla rincorsa mondiale sono lampanti. Indipendentemente dal ruolo che giocherà, Alvaro Morata promette di essere un elemento fondamentale sia per motivazione che per esperienza, pronto a ispirare i compagni con il suo esempio.
