Simone Inzaghi
ha chiuso un'era. Ieri pomeriggio, in un incontro conciso ma simbolico, la lunga avventura del tecnico piacentino con l'
Inter
è ufficialmente giunta al termine. La riunione decisiva non si è svolta nella sede della società nerazzurra, ma in un albergo del centro, segnando l'epilogo di un capitolo importante per il club e il suo allenatore. Da una parte del tavolo sedevano figure dirigenziali di primo piano come
Marotta
,
Ausilio
e
Baccin
. Dall'altra, lo stesso Inzaghi, oramai pronto per voltare pagina senza il suo noto procuratore Tinti, un segnale ulteriore di come il destino fosse ormai segnato.
L'allenatore ha comunicato chiaramente la sua decisione: era tempo di concludere il percorso dopo quattro anni intensi e sei importanti trofei. Nemmeno la disfatta contro il
Bayern Monaco
nella finale di Champions League può essere considerata l'unico fattore catalizzante di questa risoluzione. In realtà, l'offerta allettante dell'
Al Hilal
era già stata accettata da Inzaghi, così come confermato da voci vicine al suo entourage. Alcuni giocatori, a quanto si dice nelle retrovie, erano stati sondati per un possibile passaggio in Arabia Saudita. Tra questi,
Barella
e
Bastoni
avrebbero declinato l'offerta, mentre
Acerbi
sembrava più disponibile. Tuttavia, per mantenere rapporti buoni e cordiali con l'Inter, tali movimenti non si concretizzeranno.
Anche la dirigenza, da tempo, aveva intuito il sentimento di chiusura che aleggiava nel team. L'atmosfera alla vigilia della finale con il
Paris Saint-Germain
era già segnata da questa percezione, tanto che l'ambiente in viale Liberazione si attendeva e quasi auspicava un simile epilogo. Tra dichiarazioni formali e comunicati, entrambi i fronti hanno gestito con precisione il momento dello 'strappo', con i rispettivi saluti pronti a essere diffusi quasi in simultanea.
Inzaghi, nel suo messaggio commovente, ha espresso gratitudine verso il club: «È venuto il momento di salutare questo Club dopo un percorso di quattro anni, durante i quali ho dato tutto». Importante il tributo della società, che ha valorizzato l'eredità lasciata: «Sei trofei: uno
Scudetto
, due
Coppe Italia
e tre
Supercoppe Italiane
. Inzaghi ha riportato il Club ai vertici del calcio italiano ed europeo, e sarà sempre ricordato per aver guidato l'Inter alla conquista della Seconda Stella».
Il messaggio di riconoscimento di
Marotta
ha sottolineato l'importanza della collaborazione: «Solamente quando si è combattuto insieme giorno per giorno si può avere un dialogo franco come accaduto oggi». I giocatori hanno, a loro volta, salutato Inzaghi attraverso i social, un chiaro segno del rapporto instaurato nel corso dei successi condivisi.
L'addio a Milano non è che l'inizio di una nuova avventura professionale. Oggi, Inzaghi si troverà a Parigi per firmare ufficialmente il contratto con l'Al Hilal, un biennale da ben 26 milioni di euro l'anno, con opzione di prolungamento per un terzo anno. A seguire, rapido trasferimento in Arabia Saudita per pianificare il debutto nel
Mondiale per Club
, fissato il 18 giugno contro il
Real Madrid
. La nuova sfida è pronta a prendere forma, mentre l'impronta lasciata all'Inter resterà fonte di ispirazione e memoria nella storia della squadra.
