Alle ore
17.07
di un pomeriggio che segnerà indelebilmente la storia recente dell'
Inter
,
Simone Inzaghi
rientra nel suo attico a
Moscova
, accompagnato dall’autista del club. Sta per essere diffuso il comunicato ufficiale del suo addio, ma il tecnico, visibilmente provato, non sente la necessità di aggiungere dichiarazioni ai pochi cronisti presenti. Poco dopo arriva in macchina la moglie,
Gaia Lucariello
, che sorprende i presenti con una battuta: «Non so nulla dell’
Arabia
, magari c’è il colpo di scena
Juve
…». La sua ironia nasconde una verità che verrà approfondita più avanti, anche se è noto che a Torino un sondaggio sia già stato fatto. Tutto sembra indicare, però, che Inzaghi abbia scelto la sua destinazione già da tempo. I rumors parlano di un accordo con l’
Al Hilal
che sarebbe stato siglato addirittura il 25 giugno nella capitale saudita,
Riad
.
La rescissione consensuale con l'Inter include un «patto di non belligeranza» sul mercato. Tuttavia, secondo alcuni esperti arabi, Inzaghi aveva espresso il desiderio di portare con sé almeno uno dei suoi fedelissimi:
Bastoni
era la prima scelta ma ha declinato l’offerta, così come
Barella
. Resta il nodo
Acerbi
, il cui futuro è ancora in bilico. Una realtà parallela, pero', emerge quando si esamina la conferenza stampa pre-gara a
Monaco
dove l'espressione di Barella, interrogato sul destino dell'allenatore, lasciava chiaramente trasparire una certa consapevolezza.
La clamorosa sconfitta contro il
Paris Saint-Germain
solleva dubbi legittimi: è lecito pensare che le voci sul futuro di Inzaghi possano aver distratto la squadra? Una debacle, quella del 5-0, che sembra suggerire una mancanza di concentrazione, e forse, perfino di unità. Inzaghi, la cui parola d’ordine era sempre stata «uniti», vede così strapparsi via il senso stesso del suo comando, in una situazione pubblica gestita male, soprattutto durante il «media day» del lunedì. «Pensiamo solo alla finale,» aveva dichiarato, mentre, appena un giorno prima, secondo fonti arabe, aveva già incontrato gli emissari dell’Al Hilal.
L’amaro epilogo si consuma così, al termine della conferenza stampa post partita, quando Inzaghi stesso non riesce più a celare la decisione ormai definitiva. «Se andrò al
Mondiale per club
? Non posso confermarlo…» dichiarava, mentre il presidente Marotta cercava di minimizzare affermando che si trattava di parole senza significato, dettate dall’amarezza per la sconfitta. Ma la verità era a metà strada: con Al Hilal, Inzaghi partirà per gli USA e sfiderà a Miami il
Real Madrid
.
Quattro anni di intensa carriera si concludono improvvisamente in questo modo per colui che ha aiutato i nerazzurri a conquistare ben 6 trofei e a ridurre un passivo di quasi 300 milioni di euro, grazie soprattutto alle ottime prestazioni europee. Resta il rammarico di un'uscita di scena che avrebbe meritato un epilogo più dignitoso, un finale non solo migliore sul campo da gioco, ma anche gestito con maggiore trasparenza pubblica.
