Una potenziale svolta epocale si profila all'orizzonte per Apple e Intel: i chip degli iPhone potrebbero presto essere prodotti negli Stati Uniti. L'indiscrezione, che ha fatto impennare il titolo Intel, suggerisce che l'azienda potrebbe ottenere un ruolo cruciale nella produzione dei futuri chip Apple serie M, almeno per i Mac di fascia economica, già a partire dal 2027.
Ma le ambizioni sembrano andare oltre. Secondo l'analista Jeff Pu di GFHK, la collaborazione potrebbe estendersi ai processori destinati agli iPhone standard, ovvero i modelli non-Pro, come l'iPhone base e i successori dell'iPhone 16e. La vera novità è che Intel sarebbe pronta a entrare nella catena produttiva degli A-series, i chip per gli iPhone, nel 2028, sfruttando il nodo 14A, una tecnologia chiave per la sua rinascita nel settore. Questo processo potrebbe attirare anche clienti come Nvidia e AMD per le rispettive divisioni server.
Per Apple, i vantaggi sarebbero molteplici. Oltre all'innovazione tecnologica, l'azienda potrebbe vantare una produzione di chip parzialmente Made in USA, un fattore di peso in un'era di tensioni commerciali e di crescente attenzione alla produzione interna, come voluto dall'ex presidente Donald Trump. Questo rappresenterebbe un'abile mossa strategica, capace di allinearsi alle tendenze politiche ed economiche attuali.
Intel sta accelerando verso questa transizione, con una resa dei wafer che avrebbe già raggiunto il 60-65% a novembre, puntando al 70% entro la fine del 2025, un livello necessario per sostenere produzioni complesse su larga scala. Le nuove fonderie dovrebbero entrare in funzione nel 2026, con un avvio graduale che culminerà in un 2027 particolarmente intenso: prima i chip per Mac, poi, se tutto andrà come previsto, quelli per gli iPhone non-Pro.
È paradossale notare come Apple stia affidando un ruolo chiave a Intel proprio mentre si prepara a concludere definitivamente il supporto ai Mac basati su CPU Intel con macOS 27, chiudendo un'era e aprendone un'altra. Intel non sarà più solo fornitore di processori x86, ma partner nella produzione dei chip Apple Silicon. I futuri M7, A21 o le generazioni successive potrebbero essere prodotti a Santa Clara, con le tecnologie 14A e 18A a fare da pilastro a questa nuova fase.
Se le indiscrezioni si rivelassero fondate, Apple otterrebbe una seconda fonte per i propri chip, riducendo la dipendenza da TSMC e acquisendo un potere negoziale inedito. Per Intel, sarebbe la prova tangibile della sua rinascita industriale. Questo accordo, se confermato, rappresenterebbe un punto di svolta per entrambe le aziende e per l'intero settore tecnologico, con implicazioni che vanno oltre la semplice produzione di chip.
Aggiornamenti successivi saranno forniti non appena ci saranno maggiori dettagli su questa importante partnership, che potrebbe ridefinire gli equilibri del mercato e inaugurare una nuova era per la tecnologia Made in USA. Le implicazioni geopolitiche ed economiche di una simile mossa sono enormi, e meritano un'attenta analisi da parte degli esperti del settore e degli osservatori politici.
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