La Cina ha recentemente annunciato una svolta epocale nell'industria della tecnologia avanzata, diventando la prima nazione al mondo a realizzare un ciclo completo di produzione di chip fotonici basati su niobato di litio (LiNbO₃). Questa innovativa linea di produzione è stata avviata grazie ai lavori del Centro di ricerca e produzione fotonica presso la Jiao Tong University Chip Hub for Integrated Photonics Xplore (CHIPX), un’insigne istituzione con sede a Shanghai e stabilimento nella città di Wuxi, nella provincia di Jiangsu.
Dopo quindici anni di intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, i risultati di questo sforzo scientifico culminano in una struttura in grado di trattare annualmente 12.000 wafer di 6 pollici (150 mm) di diametro. La produzione, sebbene su piccola scala, si concentra su obiettivi scientifici e di prototipazione, ponendosi all’avanguardia nel promettere rivoluzioni nei campi della comunicazione, dei calcoli e delle tecnologie quantistiche.
Il niobato di litio rappresenta un materiale innovativo nel settore della fotonica al silicio, grazie alle sue eccezionali proprietà ottiche non lineari. Tra le sue applicazioni rivoluzionarie vi sono la realizzazione di moltiplicatori di frequenza e modulatori, sostenuti da una purezza eccezionale del materiale e un’ampia larghezza di banda che può raggiungere i 110 GHz con perdite minime. Queste qualità lo rendono perfetto per costruire processori fotonici avanzati e interfacce, indispensabili per lo sviluppo delle tecnologie di comunicazione di sesta generazione (6G), dell’intelligenza artificiale e delle piattaforme quantistiche.
L'aspetto rivoluzionario di questa realizzazione non si limita solo all'eccellenza tecnologica; esso si estende alla strategia utilizzata dalla Cina per aggirare le sanzioni internazionali. Gli strumenti necessari per l'implementazione della nuova linea di produzione sono stati acquistati da fornitori esteri, e considerando che la lavorazione dei substrati da 150 mm non rientra nelle restrizioni imposte dagli Stati Uniti e dai loro alleati, il progetto non ha subito ostacoli significativi.
Una parte delle attrezzature è stata già integrata con competenze di manutenzione interne, minimizzando i rischi di eventuali nuove sanzioni. Guardando al futuro, i ricercatori cinesi pianificano un'espansione dell'infrastruttura per processare substrati di 200 mm, utilizzando strumenti rigenerati o le loro controparti nazionali.
Con questo passo, la Cina non solo rafforza il suo ruolo di leader tecnologico globale, ma prepara anche il terreno per innovazioni che potranno significativamente influenzare lo sviluppo economico e tecnologico su scala globale. Anche se la produzione è limitata a piccoli lotti, il ritmo e l’efficienza con cui si possono ora replicare tecnologie critiche rappresentano un punto di svolta, gettando le basi per progressi di grande portata e consolidando il ruolo della Cina come forza trainante nel cambiamento tecnologico mondiale.