Prima di procedere
Il gioco d'azzardo in Europa continua a essere uno dei settori meno armonizzati all'interno del mercato unico. A differenza di altri settori, come la finanza o le telecomunicazioni, dove l'Unione Europea ha promosso attivamente una regolamentazione comune, nel campo dell'iGaming e del gaming in generale ha prevalso la sovranità nazionale. Ciò ha portato a una frammentazione delle normative, con ogni Stato membro che adotta leggi proprie, spesso molto differenti.
L'Unione Europea ha cercato di favorire un dialogo comune in passato. Nel 2011, con la pubblicazione del "Green Paper", la Commissione Europea ha avviato una discussione sul gioco online, focalizzandosi sulla protezione dei consumatori e sulla prevenzione delle frodi. Tuttavia, anziché spingere verso una regolamentazione unitaria, Bruxelles ha riconosciuto che la disciplina del gioco dovesse tenere conto delle sensibilità culturali e sociali di ciascun Paese.
Nel 2014 è stata emessa una Raccomandazione per introdurre standard minimi in tema di protezione dei giocatori e gioco responsabile. Tuttavia, la sua natura non vincolante ha impedito una vera uniformità: ogni Paese ha scelto se e come recepirla, mantenendo la disomogeneità.
Nel 2017, con la decisione di chiudere il gruppo di esperti sul gioco d'azzardo, l'UE ha segnato un passo indietro, lasciando ai governi nazionali la gestione autonoma del fenomeno. Da allora, sembra esserci una certa indifferenza verso una regolamentazione comune, tradotta nella scelta di non entrare nel merito delle normative adottate dai singoli Stati. Tuttavia, le istituzioni europee non hanno mai completamente abbandonato la questione. La Commissione Europea, il Parlamento e la Corte di Giustizia dell'Unione continuano a essere coinvolti quando sorgono controversie, con la Corte che ha spesso avuto un ruolo cruciale nell'interpretare i limiti delle restrizioni nazionali in relazione al principio della libera circolazione dei servizi.
Recentemente, la Corte di Giustizia si è espressa riguardo alla promozione pubblicitaria del gioco d'azzardo, riportando il tema al centro del dibattito europeo. Tra le proposte attualmente in discussione, che non hanno ricevuto molta attenzione ma stanno attirando l’interesse di vari organi del Parlamento europeo, vi è l’idea di introdurre un divieto uniforme a livello comunitario sulla pubblicità del gioco, in particolare online attraverso i social media, tramite una direttiva europea. Se adottata, questa misura implicherebbe l’obbligo per tutti gli Stati membri di applicare un divieto coerente, aprendo la strada a una gestione più centralizzata del settore.
Un eventuale quadro normativo comune avrebbe un impatto significativo non solo sul mercato del gioco online e offline, ma anche sulle strategie pubblicitarie delle aziende e sulle politiche di prevenzione della dipendenza. La frammentazione attuale, infatti, complica l'attività degli operatori internazionali e favorisce la proliferazione di piattaforme illegali non regolamentate.
Nonostante i vantaggi di un sistema armonizzato — come una maggiore tutela dei consumatori, semplificazione burocratica per le imprese e un aumento delle entrate fiscali — il cammino verso l'uniformità è ancora in salita. Le resistenze sono molteplici, dalla difesa della sovranità nazionale alla preoccupazione di alcuni governi di perdere il controllo su una fonte rilevante di entrate pubbliche.
In definitiva, il futuro del gioco in Europa rimane incerto. Se da un lato cresce la consapevolezza della necessità di regole comuni, dall’altro persistono interessi divergenti e ostacoli politici che rendono difficile un cambiamento rapido. Nel breve termine, ciò che sembra più probabile è una cooperazione rafforzata tra le autorità nazionali e l’introduzione di linee guida condivise, in attesa di capire se l’Europa sarà pronta a adottare un sistema integrato anche nel settore del gaming.
Fonte: Jamma.tv
