La tennista polacca Magdalena Frenh, numero 63 del ranking mondiale, ha espresso pubblicamente il suo disappunto per le condizioni estreme in cui si è trovata a giocare durante il torneo WTA 1000 di Wuhan, in Cina. Dopo la sconfitta al terzo turno contro la tedesca Laura Siegemund, la Frenh ha affidato ai social media il suo sfogo, parlando di una vera e propria "lotta per la sopravvivenza" piuttosto che di una competizione sportiva.
"Non sono una macchina", ha scritto la tennista, "anche se ho avuto l'impressione che gli organizzatori ci trattassero come tali, programmando gli incontri. Giocare per tre giorni consecutivi dalle 13 alle 16 in condizioni estreme ha purtroppo influito sulla mia salute, che ho sempre messo al primo posto". La Frenh ha poi specificato che giocare con 36 gradi, smog, cemento rovente ed elevata umidità sarebbe accettabile se non fosse una costante. "Purtroppo, l'accumulo di questi sforzi ha delle conseguenze. Non mi sono mai sentita così in un match, nonostante i diversi anni trascorsi nel circuito. Un'insopportabile mancanza di energia e una costante lotta contro i pensieri negativi che cercavano di impedire al mio corpo di compiere ulteriori sforzi. Colpire la palla è stata una vera e propria sfida. Non si trattava più di una partita di tennis, ma di una lotta per la sopravvivenza!"
Le dichiarazioni della Frenh hanno acceso un dibattito sulle condizioni di gioco nei tornei che si svolgono in climi particolarmente caldi e umidi. Il problema delle condizioni meteorologiche estreme nel tennis è sempre più rilevante, con l'aumento delle temperature globali e gli eventi climatici estremi che diventano più frequenti. Diversi giocatori hanno espresso preoccupazioni simili in passato, evidenziando i rischi per la salute legati all'eccessivo sforzo fisico in condizioni ambientali difficili. Nel 2024, durante gli Australian Open, diversi tennisti hanno subito colpi di calore e problemi respiratori a causa delle temperature elevate e dell'inquinamento atmosferico dovuto agli incendi boschivi. Questi episodi hanno portato a una maggiore attenzione da parte degli organizzatori dei tornei, che hanno introdotto nuove regole per proteggere la salute dei giocatori, come la possibilità di sospendere gli incontri in caso di temperature troppo elevate o di concedere pause più lunghe tra i set.
Tuttavia, secondo molti atleti, queste misure non sono ancora sufficienti. La Frenh, ad esempio, ha sottolineato come la programmazione degli incontri, con tre partite consecutive nelle ore più calde della giornata, abbia contribuito a compromettere la sua salute. La tennista polacca ha auspicato un maggiore dialogo tra giocatori e organizzatori per trovare soluzioni che tengano conto delle esigenze degli atleti e garantiscano condizioni di gioco più sicure e sostenibili. La questione sollevata dalla Frenh pone l'accento sulla necessità di un approccio più olistico alla salute e al benessere dei tennisti, che tenga conto non solo degli aspetti fisici, ma anche di quelli mentali ed emotivi. La pressione per ottenere risultati e la competizione sempre più intensa possono portare gli atleti a spingersi oltre i propri limiti, mettendo a rischio la propria salute. È fondamentale che le istituzioni sportive si facciano carico di questa problematica e promuovano una cultura della prevenzione e della cura, in cui la salute dei giocatori sia considerata una priorità assoluta.
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