Un'ampia operazione di hacking ha compromesso oltre 120.000 telecamere IP installate in abitazioni private e locali commerciali in Corea del Sud, portando alla produzione e diffusione di video con contenuti illeciti. La notizia, riportata dalla testata sudcoreana Chosun, ha scosso l'opinione pubblica, evidenziando le vulnerabilità legate alla sicurezza dei dispositivi connessi e le gravi implicazioni per la privacy.
L'indagine ha rivelato che i criminali informatici hanno sfruttato password deboli o vulnerabilità tecniche per ottenere l'accesso non autorizzato ai flussi video. I contesti violati includono case private, sale karaoke, palestre e persino una clinica ginecologica, luoghi in cui la privacy dovrebbe essere garantita. Le telecamere IP, spesso utilizzate per monitorare ambienti interni, bambini o animali domestici, sono diventate strumenti di spionaggio a causa di configurazioni di sicurezza inadeguate.
La National Police Agency ha identificato quattro sospetti che operavano indipendentemente, alimentando però la stessa piattaforma illegale. Uno di loro è accusato di aver violato 63.000 telecamere e prodotto 545 video, venduti per 35 milioni di won (oltre 20.000 euro) in asset virtuali. Un altro avrebbe compromesso 70.000 dispositivi e realizzato 648 filmati, ceduti per 18 milioni di won. Insieme, secondo Chosun, avrebbero generato oltre il 60% dei contenuti pubblicati nell'ultimo anno sul sito estero al centro dell'indagine.
Le autorità stanno lavorando per bloccare la piattaforma e collaborano con agenzie internazionali per identificare l'operatore. Sono state arrestate anche tre persone accusate di aver acquistato e visionato i video, confermando che la domanda di tali contenuti illeciti alimenta il ciclo criminale. Park Woo-hyun, responsabile delle indagini informatiche dell'Agenzia nazionale, ha dichiarato che “gli attacchi alle telecamere IP e le riprese illegali causano sofferenze enormi alle vittime e rappresentano reati molto seri”, sottolineando che “la visualizzazione e il possesso di video ottenuti illegalmente costituiscono reati gravi, che verranno perseguiti attivamente”.
La polizia ha contattato direttamente le persone coinvolte in 58 località, fornendo indicazioni per mettere in sicurezza i dispositivi e rimuovere i contenuti caricati online. La National Police Agency ha inoltre invitato tutti gli utenti di telecamere IP a cambiare immediatamente le password e ad aggiornarle periodicamente, considerandola la misura più efficace per prevenire nuove intrusioni. Questa vicenda evidenzia l'importanza cruciale di adottare misure di sicurezza adeguate per proteggere la propria privacy nell'era digitale. È fondamentale utilizzare password complesse e uniche per ogni dispositivo, aggiornare regolarmente il firmware delle telecamere IP e monitorare attentamente i flussi video per rilevare eventuali attività sospette.
La diffusione di dispositivi IoT (Internet of Things) come le telecamere IP ha portato a una maggiore esposizione ai rischi di sicurezza informatica. Gli utenti devono essere consapevoli delle potenziali vulnerabilità e adottare un approccio proattivo per proteggere i propri dispositivi e la propria privacy. Oltre alle misure di sicurezza di base, è consigliabile utilizzare software antivirus e firewall aggiornati, disabilitare le funzionalità non necessarie delle telecamere IP e utilizzare reti Wi-Fi protette con password complesse. La consapevolezza e la vigilanza sono le chiavi per proteggersi dalle minacce informatiche in continua evoluzione.
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