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A quasi due mesi dal lancio di Battlefield 6, EA e Battlefield Studios hanno pubblicato un rapporto dettagliato sull'efficacia del sistema Javelin Anticheat. Il team ha spiegato come misurano la diffusione del cheating tramite il Match Infection Rate (MIR), un indicatore che rappresenta la probabilità che un giocatore incontri un cheater in partita. Secondo i dati ufficiali, nella prima settimana di lancio, il 98% dei match è risultato totalmente privo di comportamenti scorretti, un dato che gli sviluppatori considerano più significativo del numero di ban applicati: "Non importa quanto banniamo, se non stiamo proteggendo l'esperienza dei giocatori", afferma il team.
I risultati iniziali mostrano l'ampiezza del lavoro svolto dietro le quinte. Nel primo weekend, Javelin Anticheat ha bloccato oltre 367.000 tentativi di cheating, un numero inferiore ai più di 1,2 milioni registrati durante la open beta. Ad oggi, i tentativi rilevati e fermati hanno raggiunto quota 2,39 milioni. Battlefield Studios conferma che il lavoro non si fermerà: il team sta studiando nuove soluzioni basate su funzionalità di sicurezza del sistema operativo simili a TPM 2.0, HVCI e VBS, oltre a iniziative mirate contro specifici hardware spesso utilizzati per imbrogliare. Lo studio suggerisce inoltre di affidarsi a controller ufficiali per l'accessibilità, come Xbox Adaptive Controller o PlayStation Access Controller. Questa strategia mira a ridurre ulteriormente le possibilità di utilizzo di software e hardware non autorizzati che alterano l'esperienza di gioco.
Parallelamente, gli sviluppatori stanno lavorando al miglioramento del sistema di segnalazione dei cheater e degli strumenti interni di analisi, con più team impegnati nello sviluppo di nuove tecnologie anti-cheat applicabili lato client, server e oltre. Questo approccio multilaterale è essenziale per contrastare le tecniche di cheating sempre più sofisticate. "I cheat evolvono continuamente, e lo faremo anche noi", affermano da Battlefield Studios, invitando i giocatori a segnalare i comportamenti sospetti attraverso l’apposita funzione in-game. La collaborazione tra sviluppatori e giocatori è fondamentale per mantenere un ambiente di gioco equo e divertente.
La lotta contro il cheating nei videogiochi è una sfida costante e complessa. I cheater utilizzano una varietà di strumenti e tecniche per ottenere un vantaggio sleale, rovinando l'esperienza di gioco per gli altri. Gli sviluppatori di videogiochi, come EA e Battlefield Studios, devono quindi investire continuamente in nuove tecnologie e strategie per contrastare il cheating. Il sistema Javelin Anticheat è un esempio di come l'innovazione tecnologica possa essere utilizzata per proteggere l'integrità dei giochi online. Tuttavia, è importante ricordare che la lotta contro il cheating è un processo continuo e che richiede la collaborazione di tutta la comunità dei giocatori.
Oltre alle misure tecnologiche, gli sviluppatori stanno anche esplorando altre strategie per prevenire il cheating, come la creazione di sistemi di matchmaking più avanzati che tengano conto del comportamento dei giocatori e la promozione di un ambiente di gioco più positivo e rispettoso. In definitiva, l'obiettivo è quello di creare un'esperienza di gioco equa e divertente per tutti, in cui i giocatori possano competere lealmente e godersi appieno il gioco.
Battlefield 6 è attualmente disponibile su PS5, Xbox Series X/S e PC. I giocatori sono incoraggiati a segnalare qualsiasi comportamento sospetto per contribuire a mantenere un ambiente di gioco pulito e competitivo. Il futuro di Battlefield 6 dipende dalla continua vigilanza e dall'impegno di sviluppatori e giocatori nel contrastare il cheating.
