L'India è al centro di un acceso dibattito nel settore delle telecomunicazioni a causa di una proposta governativa che imporrebbe ai produttori di smartphone di rendere la funzione di navigazione satellitare non disattivabile. Questa iniziativa ha immediatamente sollevato un'ondata di preoccupazioni da parte di colossi tecnologici come Apple, Google e Samsung, che hanno espresso forti riserve riguardo alla potenziale violazione della privacy dei cittadini.
La controversia è esplosa quando il governo indiano ha tentato, inizialmente in modo informale, di obbligare i produttori di smartphone a preinstallare un'applicazione governativa non disinstallabile, ufficialmente per motivi di sicurezza informatica. Tuttavia, questa mossa è stata percepita da politici e attivisti per i diritti umani come un tentativo di sorveglianza di massa. Di fronte alle crescenti critiche, il governo ha ritirato questa proposta, per poi virare verso un'alternativa ancora più radicale: rendere obbligatoria e non disattivabile la funzione A-GPS (Assisted GPS) su tutti gli smartphone venduti nel paese.
Attualmente, le autorità indiane possono localizzare gli utenti di telefonia mobile tramite i dati delle torri cellulari, un metodo che offre una precisione limitata. L'A-GPS, che combina i segnali satellitari con i dati delle reti cellulari, permetterebbe una localizzazione molto più precisa, potenzialmente al metro. Secondo un documento di giugno 2024 del Ministero dell'Informazione e della Tecnologia, l'Associazione degli operatori di telefonia mobile (COAI), che rappresenta Jio e Bharti Airtel, ha suggerito che l'attivazione forzata dell'A-GPS sarebbe la soluzione per fornire alle autorità la posizione esatta degli utenti. Questo, di fatto, priverebbe i cittadini della possibilità di disattivare i servizi di localizzazione sui propri dispositivi.
La proposta ha scatenato una dura reazione da parte di Apple, Google e Samsung. L'India Cellular & Electronics Association (ICEA), che rappresenta gli interessi di Apple e Google, ha dichiarato in una lettera riservata al governo, inviata a luglio 2024, che una tale misura sarebbe senza precedenti a livello mondiale. L'ICEA ha inoltre espresso serie preoccupazioni in merito alle implicazioni legali, alla privacy e alla sicurezza nazionale. L'attivazione forzata del GPS potrebbe mettere a rischio la sicurezza di categorie sensibili come militari, giudici, dirigenti aziendali e giornalisti, che gestiscono informazioni riservate.
Il Ministero degli Interni indiano aveva programmato un incontro con i principali produttori di smartphone per discutere la questione, ma l'evento è stato rinviato. Al momento, nessuna decisione definitiva è stata presa. Gli esperti sottolineano che l'A-GPS viene generalmente attivato solo quando si avviano determinate applicazioni o si effettuano chiamate di emergenza. La COAI ha inoltre sollevato preoccupazioni riguardo alla crescente difficoltà di localizzare gli utenti tramite i metodi tradizionali, poiché i produttori di smartphone avvertono gli utenti quando un operatore tenta di accedere alla loro posizione. L'associazione ha chiesto al governo di obbligare i produttori a disattivare questa funzione, ma l'ICEA si è opposta anche a questa misura, sostenendo la necessità di garantire la trasparenza e il controllo degli utenti sulle proprie informazioni di localizzazione.
La vicenda solleva interrogativi fondamentali sul bilanciamento tra sicurezza nazionale e diritti individuali. La proposta indiana, se implementata, rappresenterebbe un precedente pericoloso, aprendo la strada a forme di sorveglianza di massa senza il consenso degli individui. Resta da vedere come si evolverà la situazione e se il governo indiano terrà conto delle preoccupazioni espresse dai giganti della tecnologia e dalle associazioni per la difesa della privacy.
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