Dipendenza da gioco: l'enigma dell'addiction fiscale

Dipendenza da gioco: l'enigma dell'addiction fiscale

Stato e gioco d'azzardo: come il vizio privato diventa una virtù fiscale collettiva

Il tema della dipendenza da gioco, una piaga sociale dai risvolti complessi, sembra oramai essere sparito dall'agenda istituzionale. Questo il grido d'allarme lanciato da Maurizio Fiasco, sociologo esperto di gioco d'azzardo e dipendenze, nel corso del convegno “Slot Mob, un gesto collettivo di liberazione dall’azzardo di massa”, svoltosi nella suggestiva cornice della Sala “Caduti di Nassirya” del Senato. La sua denuncia mette in luce quella che definisce una 'grottesca commedia': uno Stato che da un lato chiede ai cittadini contributi attraverso l’8×1000 per la cura delle dipendenze, ma che dall'altro si arricchisce grazie alle stesse.

Gli introiti fiscali derivanti da alcol, tabacco, cibi e bevande ipercaloriche e, soprattutto, gioco d'azzardo sono infatti in aumento. Il paradosso, sottolinea Fiasco, è evidente: lo Stato, già fortemente legato alle entrate fiscali di settori come il gioco d'azzardo, alcol e tabacco, chiede risorse per contrastare i danni che le stesse provocano sulla società, rinforzando la sua dipendenza da quelle stesse fonti fiscali.

Fiasco evidenzia poi un secondo paradosso: la retorica della 'dura necessità del gettito fiscale'. Secondo questa logica, da un 'vizio privato' dovrebbe derivare una 'virtù pubblica'. Ma i dati raccontano una storia diversa: nonostante un aumento del 346% delle giocate in 18 anni, il gettito per l'erario non è cresciuto in modo proporzionale, anche a causa delle differenti aliquote applicate. Nel 2018, secondo l'Istituto Superiore di Sanità, le perdite nel gioco d'azzardo ammontavano a poco meno di 20 miliardi, di cui meno di 4 provenivano da un gioco responsabile e virtuoso. La parte restante, il grosso del bottino, era generata da un gruppo ristretto ma significativo di 5,1 milioni di abitudinari, di cui 1,5 milioni etichettati come 'problematici'.

Questa analisi suggerisce che l'industria del gioco d'azzardo orienta la propria crescita molto più verso l'addiction che verso un rapporto salutare e controllato con i propri fruitori. Le parole di Fiasco, dunque, pongono un urgente interrogativo: come può lo Stato bilanciare l'esigenza di entrate fiscali con la responsabilità di proteggere i suoi cittadini dalla dipendenza? Nel tentativo di risolvere questo enigma, diventa cruciale aprire un serio dibattito pubblico con alternative che guardino a politiche fiscali e sociali più sostenibili.

In definitiva, mentre l'ombra della dipendenza da gioco continua ad allungarsi sull'intera società, il dibattito deve concentrarsi non solo sul tema delle politiche fiscalmente responsabili, ma anche sulla necessità di una nuova etica che possa guidare il rapporto tra Stato e gioco d'azzardo verso uno sviluppo più responsabile e attento al benessere collettivo.

Pubblicato Mercoledì, 11 Giugno 2025 a cura di Marta B. per Infogioco.it

Ultima revisione: Mercoledì, 11 Giugno 2025

Marta B.

Marta B.

Trentasei anni, giornalista pubblicista, lo sport è al centro della mia vita. L'ho praticato con gioia negli anni giovanili (calcio, atletica leggera), lo pratico ora per puro piacere. Lavoro come giornalista free lance e curo prevalentemente articoli di cronaca sportiva e interviste ai protagonisti dello sport, dal calcio fino ai motori.


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