L'intervista della Gazzetta dello Sport ad Alvaro Morata si rivela un'occasione imperdibile per esplorare le sfumature della sua esperienza con il Milan. L'attaccante, ora in prestito al Galatasaray, non esita a esprimere emozioni contrastanti riguardo alla stagione conclusa. Tra soddisfazioni e alcune difficoltà personali, Morata si apre in maniera sincera.
L'arrivo al Milan di Morata era stato in pompa magna: campione d'Europa con un pedigree di rilievo, l'aspettativa era altissima. "Abbiamo disputato comunque delle partite di spessore, le cose non andavano così male come si percepiva da fuori", afferma Morata. Tuttavia, ammette che a livelli personali sono accaduti episodi complessi: "Là dentro ho vissuto esperienze che non avevo mai incontrato in carriera, e ho preferito non condividerle pubblicamente."
Mentre l'intervista prosegue, emergono dettagli sulla transizione del suo ruolo nel club. Il forte cambiamento di filosofia calcistica ha avuto un impatto significativo: "Se con una mentalità precostituita ci si trasforma improvvisamente, il risultato può essere imprevedibile. Forse il nuovo approccio doveva maturare... ma non mi sono mai pentito della mia scelta di giocare per il Milan." Afferma con fermezza che indossare questa storica maglia è stato un grande onore.
Alla domanda su eventuali contatti con Igli Tare e Massimiliano Allegri, Morata rivela continui rapporti amichevoli con Allegri, sebbene specifichi che questi non sono legati al calcio. "Mi fa piacere per il Milan che si stiano affidando a professionisti di grande esperienza, segno di una volontà di tornare presto ai vertici."
Un punto di particolare interesse riguarda il giovane talento Lamine Yamal, che ha suscitato le lodi di Morata: "È incredibile quanto si trasformi in campo. Una calma e una dedizione anomale per un ragazzo così giovane. Ciò che si nota è il rispetto e l'ammirazione che ha guadagnato, ad esempio, dai giocatori dell'Inter dopo la Champions." Morata sottolinea l'enorme potenziale di Yamal, che ha appena rinnovato fino al 2031: "È stupefacente pensarlo appena diciassettenne, sarà da seguire con interesse."
L'intervista si chiude su una nota di positivo incitamento personale e professionale. Morata desidera che il suo percorso continui a evolversi con nuovi successi, scrivendo altre pagine di storia, ovunque si trovi.
