L'assistente con intelligenza artificiale Gemini di Google si distingue dai concorrenti per la sua profonda personalizzazione, come afferma Robby Stein, vice presidente dei prodotti Google Search. Tuttavia, questa capacità di apprendere dalle abitudini degli utenti solleva interrogativi sulla privacy e sui limiti dell'invadenza. Secondo TechCrunch, la raccolta di dati personali da parte di Google potrebbe non essere gradita a tutti.
L'integrazione dell'AI nei servizi di Google è iniziata con Bard, il predecessore di Gemini. Ora, con Gemini Deep Research, l'azienda raccoglie dati personali, integrando l'assistente AI in app come Gmail, Calendario e Drive. Questa personalizzazione si basa sull'analisi del contenuto delle email, dei documenti, delle foto, della cronologia delle posizioni e delle attività di navigazione. Il confine tra un assistente utile e uno invadente diventa sempre più sottile, e sottrarsi a questa raccolta dati è sempre più difficile, dato che l'AI diventa parte integrante dei prodotti Google.
Google sostiene che la personalizzazione profonda rende l'AI più utile, permettendole di apprendere dalle azioni dell'utente e fornire raccomandazioni mirate. Conoscendo le preferenze di un utente, l'assistente può suggerire prodotti e marchi specifici, offrendo un'esperienza più personalizzata rispetto a una semplice lista di prodotti più venduti. Stein afferma che l'obiettivo è creare qualcosa di veramente utile per ogni singolo utente.
Gli utenti hanno la possibilità di gestire i dati personali utilizzati per la personalizzazione tramite la sezione "Applicazioni collegate" nelle impostazioni di Gemini. Google promette di conservare e utilizzare questi dati in conformità con la politica sulla privacy di Gemini, che prevede la possibilità che alcune informazioni siano accessibili a specialisti. Per questo motivo, è sconsigliabile condividere informazioni sensibili su alcuni servizi.
Con la crescente quantità di dati raccolti da Google, la questione della privacy diventa sempre più complessa. Stein sottolinea l'importanza che gli utenti comprendano quando la personalizzazione è attiva e quando invece visualizzano informazioni standard. In futuro, l'azienda prevede di inviare notifiche automatiche agli utenti quando i prodotti di loro interesse sono in offerta, un ulteriore passo verso una personalizzazione sempre più spinta.
La sfida per Google, e per le aziende che sviluppano assistenti AI, è trovare un equilibrio tra la fornitura di servizi personalizzati e la tutela della privacy degli utenti. La trasparenza sull'uso dei dati e la possibilità di controllo da parte degli utenti sono elementi fondamentali per costruire un rapporto di fiducia e garantire un'esperienza positiva con l'intelligenza artificiale.
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