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Una svolta epocale sta ridefinendo i confini dell'intelligenza artificiale: la startup Starcloud ha annunciato di aver completato con successo l'addestramento del primo modello linguistico di grandi dimensioni (LLM) direttamente nello spazio. L'impresa, realizzata a bordo di un satellite sperimentale equipaggiato con un acceleratore Nvidia H100, segna un passo significativo verso la realizzazione di centri di elaborazione dati orbitali, una visione futuristica che potrebbe rivoluzionare il modo in cui gestiamo e processiamo le informazioni.
Il 2 novembre, un razzo SpaceX ha lanciato in orbita il satellite di test Starcloud-1, portando con sé l'ambizioso progetto di addestrare un'intelligenza artificiale in un ambiente completamente nuovo. Il modello AI, basato sul repository open-source NanoGPT di Andrej Karpathy (uno dei fondatori di OpenAI), è stato alimentato con l'intera opera di Shakespeare, come rivelato dall'ingegnere capo Adi Oltean. Oltre all'addestramento del nuovo modello, l'acceleratore Nvidia H100 è stato utilizzato anche per eseguire modelli AI preesistenti, come Google Gemma, trasformando di fatto il satellite in un chatbot orbitale. Il messaggio inaugurale inviato da Starcloud-1 ai suoi operatori sulla Terra è stato un emblematico: "Saluti, terrestri! O, come preferisco chiamarvi, un affascinante insieme di blu e verde".
Questo progetto pionieristico rappresenta il primo passo concreto verso la creazione di veri e propri data center situati in orbita terrestre bassa. SpaceX, Google e Jeff Bezos, fondatore di Amazon, hanno già espresso il loro interesse per i potenziali vantaggi di questa soluzione. I satelliti, infatti, potrebbero sfruttare l'energia solare in modo praticamente illimitato, riducendo drasticamente l'impatto ambientale e la dipendenza dalle reti elettriche terrestri, problematiche sempre più pressanti per i data center AI tradizionali.
Tuttavia, la strada verso i data center spaziali è ancora lunga e costellata di sfide. Starcloud-1 è un satellite dalle dimensioni di un piccolo frigorifero, dotato di un solo acceleratore Nvidia H100, una potenza di calcolo limitata rispetto alle decine di migliaia, se non milioni, di acceleratori presenti nei data center terrestri. Gli scettici sottolineano i costi elevati e le difficoltà tecniche legate alla gestione del calore nel vuoto spaziale, dove non è presente l'aria per dissipare il calore generato dai componenti elettronici. Starcloud sta valutando diverse soluzioni, tra cui la pressurizzazione dell'ambiente interno del satellite o l'utilizzo di sistemi di raffreddamento a liquido.
Nonostante le sfide, Starcloud non si ferma e sta già lavorando al successore di Starcloud-1, denominato Starcloud-2. Questo nuovo satellite sarà dotato di un numero maggiore di acceleratori AI e sarà in grado di offrire servizi di elaborazione dati a clienti sulla Terra, aprendo nuove opportunità per l'utilizzo dell'intelligenza artificiale nello spazio. L'iniziativa di Starcloud potrebbe innescare una nuova corsa allo spazio, con l'obiettivo di sfruttare le potenzialità dell'orbita terrestre per l'elaborazione dati e l'intelligenza artificiale. Questa competizione potrebbe portare a scoperte e innovazioni significative, accelerando lo sviluppo di tecnologie spaziali e aprendo nuove frontiere per l'umanità.
