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Ancora una volta, Elon Musk, proprietario di X (precedentemente noto come Twitter) dal 2022, si trova al centro di una tempesta mediatica per una serie di esternazioni controverse pubblicate sulla sua piattaforma. Negli ultimi giorni, il miliardario ha inondato X con una raffica di post e re-post che rilanciano tesi razziste, attacchi xenofobi contro gli immigrati somali negli Stati Uniti e allarmismi infondati sull'”estinzione” delle persone bianche.
Musk ha ripreso e amplificato un filone retorico che ha abbracciato più volte negli ultimi anni, sostenendo che l'immigrazione farebbe parte di un presunto complotto politico orchestrato dalla sinistra americana per alterare gli equilibri elettorali. In questo caso, lo ha fatto amplificando contenuti estremi provenienti da figure dell'estrema destra, accompagnando il tutto con commenti laconici ma inequivocabili come "vero" o "fattuale".
Tra i post rilanciati figurano dichiarazioni apertamente razziste come "i bianchi stanno per estinguersi", oppure affermazioni discriminatorie secondo le quali gli immigrati somali "non avrebbero diritto di essere in America" e le ONG che li assistono starebbero commettendo "tradimento". Molti di questi contenuti fanno riferimento all'inchiesta federale in Minnesota su presunte frodi nei programmi di assistenza pubblica, indagine in cui sono coinvolti anche membri della numerosa comunità somala dello stato. Musk ha inoltre rilanciato diversi casi di cronaca riguardanti reati commessi da immigrati, alimentando un clima di paura e sospetto.
Tra le fonti citate da Musk spicca Tommy Robinson, un controverso esponente dell'estrema destra britannica, riammesso su X proprio per volere del miliardario dopo essere stato precedentemente bannato per comportamenti d'odio. Robinson sosteneva che alcune ONG ricevano compensi per ogni immigrato somalo introdotto nel Paese, interpretando come "tradimento" un fondo federale destinato alle necessità essenziali dei richiedenti asilo. Questa affermazione, priva di fondamento, fomenta l'odio e la disinformazione nei confronti delle ONG che operano a sostegno dei migranti.
L'atteggiamento di Musk ha sollevato un'ondata di indignazione e preoccupazione da parte di attivisti per i diritti umani, politici e semplici utenti della piattaforma. Molti si chiedono se sia possibile continuare a utilizzare X senza legittimare le opinioni del suo proprietario e senza contribuire alla diffusione di messaggi d'odio. La domanda che sorge spontanea è se l'uso stesso di X implichi un sostegno implicito alle posizioni di Musk, rendendo impossibile ignorare l'impatto delle sue esternazioni sulla società.
Un tempo, uscite del genere avrebbero provocato fughe massicce di inserzionisti dalla piattaforma. Tuttavia, all'inizio di quest'anno, come riporta The Verge, il CEO di una società di consulenza pubblicitaria ha dichiarato che i marchi avevano "paura delle implicazioni legali e politiche" derivanti dalla mancata pubblicità su X. Questo dato evidenzia come il potere e l'influenza di Musk siano tali da condizionare le scelte delle aziende, anche a costo di compromettere i propri valori etici.
La vicenda di Elon Musk e delle sue controverse esternazioni su X riapre il dibattito sulla responsabilità delle piattaforme social nella diffusione di contenuti d'odio e disinformazione. È necessario che le piattaforme si dotino di strumenti efficaci per contrastare questi fenomeni e che promuovano un utilizzo responsabile dei social media, al fine di tutelare i diritti delle minoranze e di garantire un dibattito pubblico civile e rispettoso.
