Un momento di profonda emozione ha segnato la staffetta della fiamma olimpica verso Milano-Cortina 2026 a Roma, con Achille Polonara protagonista. L'ex giocatore di basket, visibilmente commosso, ha ricevuto il fuoco sacro dalle mani dell'amico Gianmarco Tamberi, regalando una testimonianza di straordinaria forza d'animo e resilienza. "Avevo le gambe dure, ma è già bello essere qui", ha scherzato Polonara, prima di stringere in un affettuoso abbraccio la moglie Erika.
La storia di Achille Polonara è una di quelle che toccano il cuore e infondono speranza. La sua battaglia contro la leucemia mieloide ha conosciuto momenti drammatici, tenuti nascosti fino a questo momento. "Per me è un'emozione anche essere in piedi: un mese fa mi avevano dato quasi per spacciato, ho rischiato la vita a causa di una complicanza. Solo una settimana fa ero ancora in carrozzina", ha confessato Polonara al quotidiano La Stampa.
Le parole di Polonara sono un pugno nello stomaco, un racconto crudo e sincero di una lotta per la sopravvivenza. Senza mezzi termini, ammette di essere "vivo quasi per miracolo". La possibilità di guardare al futuro con rinnovato ottimismo è il frutto di terapie efficaci e, soprattutto, della generosità di una donatrice d'oltreoceano. "Se sono qui lo devo anche alla mia donatrice di midollo, una ragazza americana compatibile al 90%", ha rivelato Polonara, sottolineando l'importanza cruciale della donazione di midollo osseo.
Il ritorno in campo con la maglia della Dinamo Sassari richiederà ancora tempo e pazienza, poiché la priorità assoluta rimane la sua salute. Tuttavia, Polonara non ha mai smesso di sentirsi un capitano, un punto di riferimento per i suoi compagni e per l'intero mondo dello sport. La recente visita alla Nazionale a Tortona e l'affetto ricevuto da ogni parte sono stati una fonte inesauribile di energia e motivazione per la sua ripresa. "Simili dimostrazioni mi danno la forza di non mollare", ha confessato, dimostrando una lucidità sorprendente anche nell'analizzare il nuovo corso della nazionale azzurra guidata da Luca Banchi e le qualificazioni mondiali.
L'emozione per il ruolo di tedoforo si è dissolta nel momento in cui ha stretto tra le mani la torcia olimpica. Un gesto simbolico, un nuovo inizio dopo mesi di sofferenza e incertezza. "Portare la fiamma olimpica non è stato male come primo allenamento", ha scherzato con il suo spirito combattivo. "Ora la palla è tornata finalmente nelle mie mani. Spero che mi assista un po' di fortuna". La storia di Achille Polonara è un esempio di come la determinazione, la speranza e il sostegno degli altri possano fare la differenza nella lotta contro la malattia. La sua presenza come tedoforo a Roma è un messaggio potente di rinascita e un invito a non arrendersi mai, nemmeno di fronte alle sfide più difficili. La sua testimonianza ci ricorda l'importanza della ricerca medica e della donazione, strumenti fondamentali per salvare vite umane e offrire una seconda possibilità a chi combatte contro malattie gravi.
La partecipazione di Polonara alla staffetta olimpica ha suscitato un'ondata di reazioni positive e messaggi di incoraggiamento da parte di tifosi, sportivi e personalità del mondo dello spettacolo. Tutti hanno voluto esprimere la loro ammirazione per la sua forza d'animo e la sua capacità di trasformare una difficile esperienza personale in un messaggio di speranza per gli altri. La sua storia è diventata un simbolo di resilienza e un esempio da seguire per chiunque si trovi ad affrontare momenti di difficoltà.
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