LECCE - Il nuovo Lecce di Marco Giampaolo è atteso dal battesimo di fuoco sul campo del Venezia. Sulle sponde della laguna, la squadra giallorossa, con la guida del suo nuovo tecnico, cercherà di invertire la rotta rispetto alle recenti uscite, provando a portare a casa dei punti fondamentali in chiave salvezza in un delicato scontro diretto. Il calcio d’inizio dell’incontro che chiuderà la tredicesima giornata di serie A è in programma questa sera alle 20.45. Giampaolo ha lavorato intensamente nel corso delle ultime due settimane, approfittando anche della sosta per gli impegni delle nazionali. L’ex tecnico di Milan e Sampdoria ha cercato di trasmettere la sua idea di calcio a una squadra che va ancora alla ricerca di una chiara identità.
Sono stati giorni importanti in vista dell’uscita sul campo del Venezia, pur considerando le difficoltà derivanti dalle assenze di tanti elementi impegnati con le rispettive nazionali che sono rientrati nel Salento soltanto nei giorni scorsi. Così, a due anni di distanza dalla sua ultima esperienza, questa sera Giampaolo tornerà a sedere su una panchina di serie A: «Mi sento come se non fossi mai uscito dal terreno di gioco. È passato tanto tempo, ma è come riprendere la bicicletta, ci sono cose che non si dimenticano. Ho recuperato gli ultimi giocatori rientranti dalle nazionali soltanto nell’allenamento di giovedì. Con la squadra al completo abbiamo lavorato soltanto per due sedute. Il gruppo si è allenato con il piglio giusto, con grande attenzione. Indubbiamente c’è tanto da fare ma mi accontento del tempo che ho a disposizione, cercando di impartire dei concetti ma senza dare troppe nozioni ai calciatori, altrimenti si rischia di fare confusione». Il tecnico sottolinea gli aspetti che faranno la differenza nel posticipo di questa sera: «Bisogna cercare di stare bene sul campo, poi c’è l’aspetto psicologico che riguarda la fiducia che hanno i calciatori. Nella partita vanno messe insieme tante cose, oltre all’aspetto prettamente tattico. Ci vogliono determinazione e voglia, rispetto del proprio lavoro e dei nostri tifosi. Servono tutti questi ingredienti per fare una prestazione di sostanza, poi chiaramente all’interno della partita può succedere di tutto e ci sono dinamiche che non si possono prevedere in anticipo».
Dall’altra parte del campo ci sarà il Venezia, impelagato nella zona retrocessione al pari della squadra giallorossa. Giampaolo sottolinea le insidie dello scontro diretto: «Il Venezia è una squadra che gioca bene, pratica un bel calcio. Ha le idee chiare, soprattutto in fase di possesso i calciatori sanno sempre molto bene cosa fare. Qualche settimana fa stavano perdendo 1-0 sul campo dell’Inter e all’ultimo minuto non hanno buttato mai buttato via il pallone, hanno giocato ragionando e alla fine sono riusciti a fare un gol che poi è stato annullato. Affrontiamo un avversario temibile». Giampaolo, pur essendo all’esordio, ha già le idee piuttosto chiare sul Lecce che vorrebbe vedere in campo: «In questi giorni sicuramente ho capito alcune cose, altre devo ancora capirle. Ci sono ragazzi che finora hanno giocato poco ma che mi hanno soddisfatto per quelle che sono le loro caratteristiche. Penso che si debba alzare la percentuale del possesso del pallone, questo ti permette di non pensare soltanto a difendere, ti dà maggiore consapevolezza e più autostima. Voglio vedere una squadra che ha il coraggio di giocare a calcio. In fase di possesso dobbiamo muovere il pallone con coraggio. Giocare una palla in più dal mio punto di vista ha un obiettivo ben preciso. Nell’impostazione del gioco dal basso è importante l’interpretazione dei singoli, io spingo i calciatori a giocare il pallone, il che non significa sempre assumerci dei rischi». Rispetto ai singoli, Giampaolo non si sbilancia, ma fa il punto della situazione fra il centrocampo e l’attacco: «Questa squadra ha tanti centrocampisti e diverse ali. Dorgu può giocare a destra oppure a sinistra, a piede invertito oppure sul suo piede naturale. Lo stesso vale per Pierotti. Banda e Sansone giocano meglio sul lato sinistro, mentre Oudin sul lato destro. Ci sono calciatori più di fascia, che giocano vicino alla linea, e altri elementi più bravi a entrare dentro al campo, poi c’è chi sa fare entrambe le cose. Nei giorni scorsi è rientrato dall’infortunio anche Berisha, che però ha lavorato solo parzialmente assieme al resto del gruppo. Sta crescendo gradualmente, senza forzare nulla. È un giocatore che non ho avuto finora a disposizione ma che sto scoprendo pian piano».