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In vista della stagione 2026 del Campionato Mondiale di Formula 1, Pirelli ha svelato ad Abu Dhabi la sua innovativa gamma di pneumatici, introducendo cambiamenti significativi rispetto alle coperture utilizzate negli ultimi quattro anni. Le nuove gomme presentano dimensioni ridotte e una larghezza inferiore, con l'obiettivo di mitigare il graining e il surriscaldamento, problematiche che potrebbero accentuarsi con le nuove specifiche.
Le modifiche principali riguardano la larghezza degli pneumatici, ridotta di 25 millimetri all'anteriore e di 30 millimetri al posteriore. Anche il diametro è stato leggermente diminuito, con 15 millimetri in meno per le anteriori e 10 millimetri in meno per le posteriori, mantenendo invariato il diametro del cerchio a 18 pollici. Queste variazioni, seppur apparentemente contenute, rappresentano una sfida cruciale per Pirelli, chiamata a garantire prestazioni ottimali e sicurezza in pista.
Mario Isola, responsabile della divisione motorsport di Pirelli, ha sottolineato i rischi potenziali legati alle nuove dimensioni: "Considerando che l'impronta a terra delle gomme 2026 è più piccola rispetto alle gomme usate nella stagione 2025, ci sono fondamentalmente due rischi principali. Il primo riguarda proprio la possibilità che ci possa essere più graining, perché lo stress sulla superficie della gomma è maggiore. Il secondo pericolo, invece, è il surriscaldamento, perché si mette meno gomma in pista".
Il graining, un fenomeno che si manifesta con la formazione di piccoli grumi di gomma sulla superficie dello pneumatico, può compromettere l'aderenza e la guidabilità della vettura. Il surriscaldamento, d'altra parte, può portare a un calo di prestazioni e a un aumento del rischio di usura precoce. Per contrastare questi effetti, Pirelli ha lavorato su diverse aree, sia a livello di mescola che di struttura.
"Abbiamo lavorato su nuove mescole per mantenere il surriscaldamento a un livello limitato, perché sappiamo bene che ai piloti questo effetto non piace proprio", ha spiegato Isola. "Per quanto riguarda il degrado, vogliamo ancora che ci sia per cercare di incoraggiare strategie diverse tra loro, ma non il surriscaldamento, che costringe i piloti a rallentare un po' per recuperare prestazione". L'obiettivo è trovare un equilibrio tra degrado controllato, che favorisce la variabilità strategica, e surriscaldamento contenuto, che preserva le prestazioni e il piacere di guida.
L'approccio di Pirelli si basa su un mix di chimica, meccanica e simulazioni virtuali. Gli ingegneri dell'azienda hanno sviluppato nuove mescole, ottimizzato il profilo degli pneumatici e sfruttato modelli avanzati per simulare il comportamento delle gomme in diverse condizioni. "Abbiamo lavorato molto anche dal punto i vista virtuale. E' impossibile da spiegare in poche parole, ma avviene nella nostra sede centrale a Milano", ha aggiunto Isola. "La seconda riguarda la mescola che viene usata in pista e le sostanze chimiche che utilizziamo nelle mescole per spostare il range di funzionamento, per avere più o meno aderenza, per cercare di aumentare o meno il degrado. L'anno scorso abbiamo lavorato molto sulla resistenza meccanica della mescola, perché nel 2024 abbiamo avuto molte gare con un po' di graining, quindi volevamo ridurlo. Abbiamo lavorato sulla resistenza meccanica della mescola e nel 2025 il graining è stato ridotto notevolmente".
Le nuove gomme Pirelli rappresentano una sfida tecnologica importante, che potrebbe avere un impatto significativo sulle prestazioni e sulle strategie dei team di Formula 1. La capacità di gestire il graining e il surriscaldamento sarà fondamentale per ottenere il massimo dalle nuove monoposto e per garantire gare avvincenti e spettacolari.
