Una recente sentenza della corte d'appello federale degli Stati Uniti ha stabilito che Apple ha il diritto di riscuotere commissioni dagli sviluppatori di applicazioni che utilizzano la sua piattaforma App Store per includere link a servizi di pagamento esterni. La decisione rafforza la posizione di Apple nel controllo dell'ecosistema dei pagamenti all'interno delle app, una questione al centro di un'aspra disputa con sviluppatori e autorità di regolamentazione.
La battaglia legale, iniziata da Epic Games, mira a contestare il monopolio di Apple sui pagamenti in-app e a consentire agli sviluppatori di utilizzare canali di pagamento più convenienti, evitando le elevate commissioni imposte da Apple. Da aprile, Apple è stata obbligata a consentire agli sviluppatori di includere link a servizi di pagamento esterni all'interno delle loro app. Precedentemente, Apple non poteva riscuotere commissioni per i pagamenti effettuati al di fuori della sua infrastruttura, ma questa situazione è destinata a cambiare.
La corte ha stabilito che Apple ha il diritto di riscuotere una "commissione ragionevole" per coprire i costi e proteggere la sua proprietà intellettuale. Tuttavia, spetterà ora al tribunale distrettuale determinare l'entità massima di tale commissione, il che significa che le modifiche alla politica di Apple non entreranno in vigore immediatamente.
Inoltre, Apple mantiene il diritto di influenzare il design dei link che conducono a servizi di pagamento esterni, assicurandosi che non siano più visibili rispetto al sistema di pagamento standard dell'applicazione. Anche la descrizione dei link dovrà rispettare determinate regole. Alcune categorie di sviluppatori, come i partner del News Partner Program, godono di una protezione legale contro le restrizioni di Apple sull'utilizzo di link alternativi.
In precedenza, di fronte all'obbligo di consentire i link a servizi di pagamento esterni, Apple aveva stabilito una commissione del 27% anziché del 30%, rendendo di fatto sconveniente il passaggio a sistemi di pagamento alternativi a causa delle commissioni aggiuntive applicate da questi ultimi. La corte d'appello ha interpretato questo comportamento come una mancanza di rispetto nei confronti del tribunale, raccomandando al tribunale distrettuale di calcolare una commissione ragionevole che copra i costi di Apple e compensi l'accesso alla sua proprietà intellettuale, escludendo però i costi relativi alla sicurezza e alla privacy.
Le nuove condizioni per le commissioni agli sviluppatori entreranno in vigore solo dopo che il tribunale distrettuale avrà stabilito l'importo della commissione ragionevole. Questa decisione rappresenta un punto di svolta nella battaglia per il controllo dei pagamenti in-app, con implicazioni significative per sviluppatori, consumatori e per il futuro dell'App Store. La decisione finale del tribunale distrettuale sarà cruciale per definire i limiti del potere di Apple e per garantire una maggiore concorrenza nel mercato dei pagamenti digitali.
La vicenda solleva interrogativi importanti sul ruolo delle piattaforme digitali e sulla necessità di bilanciare la protezione della proprietà intellettuale con la promozione della concorrenza e dell'innovazione. Mentre Apple difende il suo diritto di controllare l'ecosistema dell'App Store per garantire la sicurezza e la qualità delle app, i suoi oppositori sostengono che le sue politiche restrittive soffocano l'innovazione e danneggiano i consumatori. La decisione finale in questa causa avrà un impatto duraturo sul panorama digitale e sulle relazioni tra sviluppatori e piattaforme.
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