Il futuro di Marcell Jacobs, l'uomo più veloce d'Europa, è avvolto nell'incertezza. A distanza di anni dall'indimenticabile oro nei 100 metri alle Olimpiadi di Tokyo del 1° agosto 2021, il velocista azzurro si interroga sul suo percorso, frenato da delusioni e un inquietante caso di spionaggio. In una recente intervista a 'La Stampa', Jacobs ha espresso apertamente i suoi dubbi: "Sono successe troppe cose che mi hanno fatto perdere la scintilla. Fatico a tenerla accesa. Non sento il richiamo della pista e mi preoccupa".
Dopo l'eliminazione nelle semifinali dei 100 ai Mondiali di Tokyo, già a settembre Jacobs aveva manifestato la necessità di valutare se "vale la pena continuare a soffrire". Oggi, a distanza di tre mesi, la situazione non sembra essere cambiata: "Sto ancora riflettendo: se vado avanti, non è solo per vincere gli Europei, è per tirare dritto fino a Los Angeles 2028, ma senza entusiasmo è inutile". Parole che lasciano trasparire un profondo malessere e una disillusione che rischiano di allontanarlo definitivamente dalla pista.
Uno dei fattori che hanno contribuito a questa crisi è il rapporto con la Federazione Italiana di Atletica Leggera (FIDAL). Jacobs si sente penalizzato e preso in giro: "Non sono più tra gli atleti top? L'ho letto, ero consapevole e non mi sono posto il problema. Già nel 2025 non ho avuto accordi con loro. Con la finale a Parigi ho dimostrato di esserci, non mi pareva di essere da buttare via, invece mi hanno presentato nuovi parametri. Li rispetto, poi scopro che per altri, a parità di condizioni, è andata diversamente: mi sento preso in giro". Il velocista fa un paragone con il saltatore in alto Gianmarco Tamberi: "Tamberi è rimasto in quella lista e io no? Lo conosco, Gimbo sa mantenere i rapporti con le persone, caratteristica che al presidente Mei piace. Io ho un altro carattere, non riesco a fingere di fare l'amico".
Ma a destabilizzare ulteriormente Jacobs è stato il caso di spionaggio che lo ha coinvolto: "La situazione non è stata percepita nella sua gravità. Mi ha destabilizzato e travolto, pagare qualcuno per frugare negli affari miei è inconcepibile, definisce, a prescindere dalle questioni penali, che c'è un livello di invidia fuori controllo. Resto turbato, è stata violata la mia privacy e da una persona con cui ho condiviso la nazionale nel 2014". Il riferimento è a Filippo Tortu, che ha avuto un ruolo nella vicenda: "Filippo ha affrontato la situazione e glielo riconosco: mi ha chiamato quando è uscita la situazione, ha avuto coraggio, con lui l'imbarazzo è durato cinque minuti in nazionale".
Infine, Jacobs ha affrontato le voci sul doping che lo hanno perseguitato: "Ci sono migliaia di persone che vivono di storie trovate nei social. Qualcuno ha fatto passare l'idea che io fossi comparso alle Olimpiadi e sparito dopo aver vinto. Chi non segue l'atletica ha deciso che era la verità". Accuse infamanti che hanno contribuito a minare la sua serenità e la sua fiducia nel futuro. Ora, Marcell Jacobs è chiamato a una decisione cruciale: ritrovare la motivazione e la passione per la pista, oppure voltare pagina e intraprendere nuove sfide.
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