Farioli, primo tecnico non olandese a guidare l'Ajax dal 1998, nonché primo italiano in assoluto, ha dichiarato: "Essere il primo non olandese sulla panchina dell'Ajax è stato un assoluto privilegio. Insieme al mio staff, abbiamo accettato questa sfida con una preparazione e dedizione senza uguali, imbuendo la squadra di energia positiva e nuove idee per ritrovare i successi perduti". Nel suo discorso di addio alla comunità, condiviso sui canali ufficiali del club, Farioli ha ricordato come la sua avventura fosse iniziata quasi un anno fa con l'ambizioso obiettivo di riportare l'Ajax dove merita di stare: ai piani alti del calcio europeo.
Nella sua dichiarazione, Farioli ha poi chiarito: "Il mio viaggio con l'Ajax è iniziato al De Toekomst e si è concluso alla Johan Cruijff ArenA. Eravamo pronti a lavorare in modo collaborativo, tenendo la porta aperta per nuove prospettive e modi di pensare". Nonostante i successi della stagione passata, la sua separazione dal club è stata spiegata come una differenza di visioni fra lui e la dirigenza. "Io e il club condividiamo obiettivi comuni per il futuro dell'Ajax, ma su visioni e tempi non siamo più allineati. Credo sinceramente che sia il momento giusto per andare ognuno per la propria strada".
Ora che Farioli è ufficialmente svincolato, si ipotizza un suo futuro coinvolgimento sulla panchina della Roma, oppure la possibilità di approdare in Premier League, dove il suo stile di gestione e il suo approccio innovativo potrebbero ben integrarsi con il dinamismo del campionato inglese. Già circolano voci su contatti avviati con club inglesi che nutrono ammirazione per il suo lavoro e sembrano pronti a offrirgli una nuova avventura.
Questa separazione apre così nuovi scenari per l'allenatore italiano e per l'Ajax, entrambi ora alla ricerca di nuovi capitoli da scrivere. Il passaggio di Farioli ad Amsterdam resterà comunque una stagione memorabile, che ha lasciato un segno indelebile nei cuori dei tifosi olandesi e nel panorama calcistico europeo.