New York
,
24 giugno 2025
- In un'era digitale in cui la protezione dei dati personali è sempre più sotto i riflettori, una sentenza della Corte Distrettuale del Sud di New York ha scatenato polemiche e timori tra gli utenti di
ChatGPT
, la famosa piattaforma di intelligenza artificiale sviluppata da
OpenAI
. La corte ha infatti ordinato alla società di conservare indefinitamente tutte le chat, comprese quelle eliminate e anonime. Questa decisione è il risultato di un'azione legale in corso promossa da media company, inclusa
The New York Times
, in merito a una contesa sui diritti d'autore.
Al centro della querelle giudiziaria vi è l'obbligo imposto a
OpenAI
di mantenere questi dati come potenziale materiale probatorio. Tuttavia, molti utenti e attivisti per i diritti digitali vedono in questa misura una pericolosa intrusione nella privacy.
Aidan Hunt
, uno degli utenti più vocali, ha presentato ricorso sottolineando come le chat possano racchiudere informazioni personali e segreti commerciali. Hunt ha sottolineato che OpenAI aveva precedentemente promesso di non mantenere le conversazioni eliminate, creando ora una situazione di sfiducia tra i consumatori.
Il ricorso di Hunt si appella anche alla
Quarta Ammenfamento
della Costituzione degli Stati Uniti, che tutela i cittadini da perquisizioni e sequestri irragionevoli. Egli ha suggerito che conversazioni anonime, quesiti medici, discussioni finanziarie e legali dovrebbero essere escluse dalle direttive di conservazione. Tuttavia, la giudice
Ona Wang
ha rigettato il ricorso, indicando che la privacy è una questione di minore rilevanza rispetto alla tutela del copyright.
Non solo individui privati esprimono preoccupazioni, ma anche aziende come Spark Innovations, una società di consulenza, si riservano di protestare contro il trattamento delle chat che coinvolgono segreti commerciali e dettagli dei processi di lavoro. L’avvocato
Corynne McSherry
della
Electronic Frontier Foundation
ha sostenuto questi timori, definendo il caso un pericoloso precedente che minaccia la riservatezza di tutti gli utenti di
OpenAI
.
Il dibattito continua a polarizzare l’opinione pubblica, con molti utenti che dubitano dell’impegno di OpenAI nel proteggere i loro interessi personali, temendo che l’azienda possa anteporre benefici economici o di reputazione alla salvaguardia dei dati. Sebbene OpenAI non abbia ancora risposto ufficialmente alla richiesta di chiarimenti da parte di
Ars Technica
, ha espresso in passato l’intenzione di contestare la decisione in tribunale.
Gli attivisti per i diritti digitali richiamano tutte le aziende che operano nel campo dell’intelligenza artificiale a garantire non solo l’eliminazione effettiva dei dati su richiesta degli utenti, ma anche a fornire informazioni chiare sulle richieste legali ricevute. McSherry ha concluso sottolineando l'importanza di report trasparenti come strumento per proteggere la libertà e i diritti dei cittadini nel mondo digitale di oggi.
