Il gigante tecnologico Apple ha definitivamente chiuso un capitolo importante della sua storia fiscale in Europa. Dopo ben nove anni di intense battaglie legali, la compagnia ha versato una somma complessiva di €14,25 miliardi al governo irlandese, concludendo così una delle controversie fiscali più seguite degli ultimi tempi. Questo pagamento segna un traguardo significativo in una querelle iniziata quando l'Unione Europea ha contestato gli accordi fiscali siglati tra Apple e l'Irlanda.
L'intera vicenda ha avuto origine nel 2016, quando la Corte di Giustizia dell'Unione Europea ha dichiarato illegali le agevolazioni fiscali che Dublino aveva accordato all'azienda, costituite in una tassazione particolarmente favorevole. Infatti, mentre la normale aliquota per le imprese in Irlanda è del 12,5%, Apple aveva ottenuto un tasso inferiore al 2%, un trattamento di favore che l'UE ha ritenuto iniquo e in violazione delle normative sulla concorrenza.
Nonostante in un primo momento Apple fosse uscita vittoriosa impugnando la sentenza, l'Unione Europea ha presentato ricorso presso una corte di grado superiore. Quest'ultima ha ribaltato il verdetto, obbligando la multinazionale ad accantonare la cifra contestata in un conto di deposito vincolato, mentre il caso veniva riesaminato.
Durante il periodo di deposito, i fondi sono stati investiti in strumenti a basso rischio. Inizialmente erano cresciuti, ma ad un certo punto il valore era sceso di quasi un miliardo di dollari. Tuttavia, alla conclusione il fondo ha superato le aspettative, generando profitti da distribuire al governo irlandese. L'ultimo di una serie di pagamenti è stato completato il 9 maggio 2025, e il conto è stato ufficialmente chiuso il 13 maggio dello stesso anno.
Apple canalizza i ricavi delle vendite europee attraverso la sua sede centrale in Irlanda, beneficiando di un clima fiscale estremamente favorevole. Tuttavia, questa situazione speciale non è passata inosservata ai regolatori europei, che sono intervenuti per mantenere concorrenza e correttezza fiscale nel mercato comunitario.
La conclusione di questa lunga disputa rappresenta non solo una vittoria per l'Unione Europea, desiderosa di affermare il proprio ruolo di vigilante delle norme comunitarie, ma anche un momento di riflessione per le multinazionali che operano in Europa e che sono chiamate a conformarsi a standard fiscali più stringenti.
In definitiva, il caso Apple-Irlanda è stato un monito globale, avviando discussioni su come i governi nazionali e le entità sovranazionali come l'UE possano meglio gestire la tassazione delle corporazioni multinazionali, assicurando al contempo equità e crescita economica.