Calvin French-Owen, ex ingegnere di OpenAI e cofondatore di Segment, ha recentemente condiviso un resoconto delle sue esperienze presso la nota azienda tecnologica, offrendo uno spaccato intrigante del dietro le quinte di una delle più ambiziose realtà nel campo dell'intelligenza artificiale. Con il suo intervento, pubblicato sul blog personale, French-Owen fornisce una testimonianza unica del suo anno di lavoro all'interno di OpenAI, focalizzandosi su elementi di rapida crescita, caos organizzativo, notti insonni e sorprendenti libertà operative.
Stando al suo racconto, OpenAI ha vissuto un'espansione straordinaria nel giro di un solo anno, crescendo da 1000 a 3000 dipendenti. Tuttavia, questo rapido aumento del personale ha portato con sé non pochi problemi, tra cui disfunzioni comunicative e difficoltà nei processi di assunzione e rilascio dei prodotti. Nonostante ciò, l'azienda mantiene una cultura da startup, consentendo ai dipendenti di implementare rapidamente le proprie idee, sebbene ciò a volte porti a sforzi duplicati. Ad esempio, French-Owen ha notato l'esistenza di più librerie software per lo stesso tipo di compiti, come la gestione delle code.
Il livello di competenza tra i programmatori varia notevolmente dentro OpenAI. Si passa da esperti provenienti da giganti come Google, capaci di creare codice per miliardi di utenti, a freschi laureati PhD privi di esperienza pratica. Tuttavia, la flessibilità del linguaggio di programmazione Python ha reso il codice principale di OpenAI una sorta di ‘discarica’, soggetta a frequenti malfunzionamenti o rallentamenti. Nonostante ciò, i vertici aziendali sono consapevoli delle problematiche e stanno lavorando attivamente per risolverle.
French-Owen ha poi paragonato OpenAI ai tempi iniziali di Meta durante l'era di Facebook, quando velocità e propensione al rischio erano caratteristiche comuni. Un esempio eclatante è il team composto da otto ingegneri, quattro ricercatori, due designer e vari esperti di marketing che è riuscito a ideare e lanciare Codex nel giro di appena sette settimane, con minimi intervalli di riposo. Questo sforzo intensivo è stato premiato da un successo oltre le aspettative: il prodotto ha immediatamente attirato attenzioni, inserendosi agevolmente nella funzione laterale di ChatGPT. Nonostante l'open-door policy per le idee, OpenAI rimane una realtà estremamente riservata, particolarmente sensibile a eventuali fughe di notizie.
Un altro tema trattato è quello della sicurezza dell'AI. Contrariamente a quanto sostengono alcuni critici, OpenAI non trascuranza i rischi associati all'intelligenza artificiale. L'azienda non si concentra sui potenziali scenari apocalittici, bensì su problemi pratici come la lotta all'incitamento all'odio, agli insulti, alle manipolazioni e alle richieste dannose. Anche le minacce a lungo termine vengono analizzate, tenendo in considerazione che centinaia di milioni di persone utilizzano ChatGPT per consulenze mediche o supporto psicologico.
Infine, French-Owen ha sottolineato che la sua decisione di lasciare OpenAI non è stata frutto di conflitti interni o controversie, ma del desiderio di tornare al suo ruolo originario di cofondatore di startup. In passato, insieme ai suoi partner, aveva creato Segment, una startup incentrata sulla gestione dei dati dei clienti, acquisita da Twilio nel 2020 per 3,2 miliardi di dollari. Concludendo il suo racconto, French-Owen evidenzia quanto sia stato formativo il periodo trascorso in OpenAI, esprimendo però la volontà di intraprendere nuovamente il cammino dell'innovazione imprenditoriale in proprio.