Jeff Bezos, il visionario fondatore di Amazon, ha sempre avuto uno sguardo rivolto al futuro e in particolare verso le stelle. Questa settimana, Amazon compie un significativo balzo in avanti nel campo delle telecomunicazioni spaziali con il progetto Kuiper. Una svolta decisiva è l'affidamento ai mezzi della rivale SpaceX, guidata da Elon Musk, per il lancio di 24 satelliti grazie al razzo Falcon 9.
La strategia di Amazon si distingue in un panorama già fittamente popolato, dove Starlink di SpaceX ha già lanciato oltre 8000 satelliti, fornendo connessioni internet a circa 5 milioni di utenti in tutto il mondo, senza la necessità di infrastrutture via cavo. La sfida del progetto Kuiper è ambiziosa: dispiegare una flotta di 3000 satelliti in orbita terrestre bassa, un'impresa che non solo promette di estendere l'accesso alla comunicazione a livello globale ma anche di migliorare l'efficienza e la velocità di tali servizi.
Gli ostacoli regolamentari non mancano: entro luglio 2026, i regolatori americani richiedono che almeno 1600 satelliti siano operativi nello spazio. Con appena 27 apparecchi lanciati fino ad ora, Amazon è consapevole della pressione per intensificare i suoi sforzi sia nella produzione che nel lancio dei satelliti. Per rispettare queste condizioni, l'azienda ha pianificato meticolosamente la sua tabella di marcia: dopo i primi lanci effettuati con il supporto della United Launch Alliance (ULA), ha prenotato tre ulteriori lanci con SpaceX, lasciando a ULA il compito di eseguire gli 80 restanti.
Nel cuore di questa operazione c'è il sogno di Bezos di ampliare il successo della sua compagnia aerospaziale, Blue Origin, e superare persino l'influenza di Amazon stessa. Si stima che il progetto Kuiper possa richiedere più di 10 miliardi di dollari, con una previsione di costi complessivi per il lancio e la messa in produzione dei satelliti che si avvicina ai 23 miliardi di dollari, secondo le stime di Bank of America.
Il costo di ogni lancio nel 2025 è previsto intorno ai 150 milioni di dollari, mentre le spese per la produzione dei satelliti potrebbero schizzare fino a 1,1 miliardi di dollari entro il quarto trimestre dello stesso anno. Però, i segnali di crescita per le telecomunicazioni satellitari sono promettenti: la capacità di mercato potrebbe raggiungere i 40 miliardi di dollari entro il 2030, e se Amazon centrasse l'obiettivo di conquistare il 30% del mercato entro il 2032, potrebbe vedere i suoi ricavi salire fino a 7,1 miliardi di dollari all'anno.
La mossa di Bezos è audace ma potrebbe rivelarsi una svolta decisiva nel consolidare la presenza di Amazon nei cieli e nelle case degli utenti di tutto il mondo, rafforzando la sua posizione come leader innovativo nel settore delle telecomunicazioni spaziali.