Alla vigilia della presentazione della proposta di bilancio pluriennale, la Commissione Europea ha annunciato una decisione che ha preso molti di sorpresa: l'abbandono del piano per imporre una tassa digitale sui giganti della tecnologia come Apple e Meta. Questa mossa rappresenta una significativa vittoria per le grandi aziende tech statunitensi e l'ex presidente Donald Trump, che aveva fortemente osteggiato tale impostazione fiscale.
Originariamente proposta come soluzione per contribuire al rimborso del debito condiviso dell'UE accumulato durante la pandemia, la tassa digitale fu inizialmente suggerita lo scorso maggio ed era inclusa nelle bozze del bilancio settantennale dell'UE, la cui pubblicazione era prevista per il 16 luglio. Tuttavia, mentre i negoziatori dell'Unione Europea e degli Stati Uniti raggiungevano le fasi finali delle trattative per un accordo commerciale più ampio, la Commissione ha deciso di rimuovere la tassa dalla lista delle possibili fonti di reddito.
Secondo un documento ottenuto da POLITICO, nuove opzioni per aumentare le entrate dell'UE a partire dal 2028 potrebbero includere imposte su prodotti del tabacco, apparecchiature elettroniche smaltite e grandi aziende con un fatturato superiore ai 50 milioni di euro. Sorprendentemente, la tassa digitale precedentemente ipotizzata è stata esclusa. Tuttavia, mentre le aziende tecnologiche saranno comunque soggette ad una tassa mirata al fatturato superiore ai 50 milioni di euro, non saranno più specificamente prese di mira come nel precedente piano.
La proposta di Bruxelles prevede tre nuove imposte alternative: una nuova tassa a livello europeo sui prodotti del tabacco, attualmente tassati solo a livello nazionale; un prelievo sulle apparecchiature elettroniche smaltite; e una tassa aziendale mirata alle società con entrate annuali superiori ai 50 milioni di euro nell'UE. L'obiettivo è generare tra i 25 e i 30 miliardi di euro all'anno per aiutare a rimborsare il debito congiunto del blocco.
Tuttavia, la riuscita di queste proposte dipenderà da quanto consenso politico riusciranno a raccogliere tra gli stati membri, considerando che esistono ancora numerosi dettagli da risolvere. Ad esempio, Italia, Grecia e Romania hanno già espresso preoccupazioni riguardo alle nuove tasse su sigarette elettroniche e dispositivi per il vaping, mentre la Svezia ha bocciato come "completamente inaccettabile" l'idea di condividere i ricavi fiscali nazionali con l'UE.
Questo complesso dibattito si svolge in un contesto di equilibri politici delicati, in cui ogni proposta deve ottenere consenso all'interno di un'Europa sempre più variegata. Le decisioni tributarie assumono un'importanza cruciale per la crescita economica, la sostenibilità fiscale e la stabilità dei mercati interni e globali. Pertanto, la capacità di Bruxelles di imporre nuove imposte in risposta ai bisogni finanziari comuni rimarrà un tema centrale nelle future discussioni sulle politiche fiscali comunitarie.