Nel mondo della musica digitale, ciò che sembrava essere una vera band di indie rock si è rivelato essere una trovata ingegnosa orchestrata dall'intelligenza artificiale. La band in questione, conosciuta come Velvet Sundown, è stata smascherata come una creazione interamente artificiale. Secondo quanto riportato dall'Agence France-Presse, l'aggiornamento del profilo su Spotify ha rivelato che tutte le canzoni, composizioni e contenuti multimediali sono frutto della creatività digitale.
Nei social media, la band aveva accumulato una solida base di fan attraverso post ingannevoli, utilizzando persino immagini contraffatte dei membri della band per attirare gli ascoltatori. La rivelazione è stata uno shock per molti fan che si erano affezionati non solo alla musica, ma anche alla presunta narrativa dietro la band. Nel loro profilo su Spotify, si legge che Velvet Sundown rappresenta una "provocazione creativa continua", con tutti i personaggi e le storie costruiti tramite intelligenza artificiale come strumenti creativi.
La canzone principale dell'album della band ha attirato l'attenzione di oltre un milione di ascoltatori, con pezzi minori che hanno raggiunto centinaia di migliaia di streaming. Sebbene stupisca la qualità della musica prodotta dall'IA, alcune organizzazioni professionali hanno manifestato preoccupazioni circa l'impatto sulle carriere degli artisti umani. A dicembre 2024, la Confederazione Internazionale delle Società di Autori e Compositori (CISAC), rappresentante degli interessi di oltre cinque milioni di autori, ha lanciato un avvertimento: la crescente produzione musicale generata dall'IA potrebbe ridurre del 20% i ricavi degli artisti nei prossimi anni.
Queste preoccupazioni sono supportate dai dati di Deezer, un altro servizio musicale. Ad aprile, Deezer ha riportato che ogni giorno il 18% delle tracce caricate erano create artificialmente, in aumento rispetto a gennaio quando la quota era del 10%. Deezer è stato tra i primi a segnalare Velvet Sundown come contenuto IA, avvalendosi di algoritmi avanzati per distinguere la musica generata artificialmente.
In risposta a queste rivelazioni, Geraldine Igou, portavoce di Spotify, ha affermato che la piattaforma non dà priorità alla musica generata dall'IA e non trae vantaggi economici da essa. «Tutte le tracce sono create, possedute e caricate da terzi con licenza», ha chiarito Igou.
Questo episodio mette in luce la crescente sfida per il settore musicale, che deve adattarsi a un panorama in cui l'intelligenza artificiale è sempre più sofisticata. Molti si chiedono quale sarà il ruolo degli artisti umani in un'industria sempre più dominata dalla tecnologia e con quali regolamenti e framework si potrà gestire un fenomeno che sta già trasformando radicalmente le regole del gioco.