Un ex product manager di Meta, Samujjal Purkayastha, ha intrapreso un'azione legale presso un tribunale del lavoro a Londra, sostenendo di essere stato allontanato dall'azienda per aver sollevato preoccupazioni interne su pratiche aziendali dubbie. Le accuse mosse da Purkayastha sono state riportate dal Financial Times e mettono in serio imbarazzo la gigacorporazione: Meta avrebbe volutamente violato le rigide normative imposte da Apple sull’App Tracking Transparency (ATT), e avrebbe considerevolmente gonfiato i risultati delle sue campagne pubblicitarie sui Shops Ads.
L'accusa più seria riguarda la privacy degli utenti. Purkayastha afferma che, per contrastare la significativa perdita di dati subita a causa delle restrizioni introdotte da Apple, che nel 2022 avrebbero causato a Meta una perdita finanziaria di circa 10 miliardi di dollari, l'azienda avrebbe adottato una tecnica ingannevole nota come deterministic matching. Questo metodo sofisticato consisterebbe nel collegare i dati e i comportamenti degli utenti su diverse piattaforme mediante dettagli identificabili, in spregio al blocco imposto da Apple sul tracciamento senza consenso. Se confermate, queste rivelazioni costituirebbero una violazione evidente delle normative dell'App Store e getterebbero ulteriori ombre sulla trasparente gestione dei dati da parte di Meta.
La seconda accusa lanciata da Purkayastha verte sull'inflazione delle metriche pubblicitarie. L'ex manager sostiene che Meta avrebbe deliberatamente esagerato con le prestazioni dei suoi Shops Ads, un formato di annunci introdotto nel 2022, presentando cifre al lordo che avrebbero incluso anche spedizioni e tasse, gonfiando così i dati fino al 19%. Questa pratica sarebbe stata notata internamente, ma, secondo Purkayastha, gli inserzionisti non ne sarebbero mai stati informati. Inoltre, un apparente budget segreto di 160 milioni di dollari, approvato da Mark Zuckerberg, sarebbe stato usato per offrire posizionamenti pubblicitari gratuiti durante i test, alterando ulteriormente il quadro reale del valore del servizio pubblicitario proposto da Meta.
Queste nuove rivelazioni aggraveranno inevitabilmente la posizione di Meta, già messa in discussione per la trasparenza delle sue metriche. Nel 2016, l'azienda fu costretta ad ammettere di aver sovrastimato per anni i tempi di visualizzazione dei video. Inoltre, è tuttora in corso una causa legale relativa alla metrica Potential Reach, che, secondo alcuni, esagerava chiaramente le dimensioni del pubblico potenziale delle campagne pubblicitarie su Meta.
Le accuse mosse da Purkayastha, che verranno esaminate dal tribunale non prima del 2026, ritraggono un'azienda che potrebbe aver preso scorciatoie rischiose per mantenere fluida la corrente delle entrate pubblicitarie, dopo che le pesanti restrizioni imposte da Apple hanno drammaticamente colpito il suo bilancio. Sebbene il procedimento legale sia solo agli inizi e le conseguenze siano ancora tutte da definire, queste rivelazioni rimettono in discussione l'affidabilità e la trasparenza dei dati che Meta fornisce ai suoi numerosi inserzionisti.