Il futuro dello stabilimento Huawei, recentemente costruito nell'est della Francia, a circa 20 chilometri a nord di Strasburgo, appare incerto. L'azienda sta riconsiderando le prospettive dell'impianto a causa della lenta implementazione delle reti 5G in Europa e dell'inasprimento delle posizioni dei governi di alcuni paesi sull'uso di apparecchiature di telecomunicazione cinesi.
Secondo quanto riportato da Reuters, citando fonti a conoscenza della situazione, la fabbrica di 52.000 metri quadrati, la cui costruzione è stata completata a settembre, non è ancora stata messa in funzione e Huawei non ha ancora preso decisioni definitive sui prossimi passi.
Cinque anni fa, Huawei aveva annunciato l'intenzione di investire 200 milioni di euro nella produzione di apparecchiature per stazioni base wireless destinate agli operatori di telecomunicazioni europei, promettendo la creazione di fino a 500 posti di lavoro. Tuttavia, da allora, il panorama è cambiato radicalmente: l'Europa ha inasprito il suo approccio alle relazioni commerciali con la Cina e la Germania ha recentemente vietato l'uso di componenti cinesi nelle future reti 6G. Il cancelliere tedesco Friedrich Merz ha anche istituito una commissione di esperti per rivedere la politica commerciale nei confronti di Pechino. Precedentemente, gli Stati Uniti avevano esortato gli alleati europei a escludere Huawei dalla costruzione dell'infrastruttura 5G.
Il governo regionale di Grand-Est ha revocato una sovvenzione precedentemente concordata di 800.000 euro a causa della mancanza di chiarezza sul progetto, come ha riferito un rappresentante dell'amministrazione regionale. Una fonte del palazzo dell'Eliseo ha osservato che la Francia è interessata ad attrarre investimenti cinesi, ma ha sottolineato che le questioni relative alle telecomunicazioni e alle comunicazioni strategiche rientrano nella sfera della sovranità nazionale, il che implica l'introduzione di restrizioni nel caso di Huawei.
Di conseguenza, l'Unione Europea ha adottato misure per eliminare gradualmente le apparecchiature cinesi, sebbene gli operatori in paesi importanti come la Spagna e la Germania si oppongano alla loro attuazione. Secondo le stime del consulente nel settore delle telecomunicazioni John Strand, Huawei detiene attualmente una quota del 35-40% nel mercato delle apparecchiature 4G e 5G installate in Europa, rimanendo uno dei principali fornitori. Tuttavia, la crescita è stata più lenta del previsto e le posizioni dei governi europei sulle apparecchiature cinesi si stanno inasprendo. In particolare, Merz ha confermato che la Germania inizierà a sostituire i componenti Huawei nel nucleo della sua rete 5G il prossimo anno.
Jean-Luc Beylat, presidente dell'organizzazione francese per l'innovazione tecnologica Systematic Paris-Region e consigliere del regolatore ARCEP, ha dichiarato che le ambizioni iniziali di Huawei erano elevate grazie alla qualità dei suoi prodotti, ma le preoccupazioni per la sicurezza ne hanno rallentato la realizzazione. Ha anche osservato che il mercato 5G in Europa si è rivelato meno dinamico del previsto e che l'adozione delle tecnologie nell'industria sta procedendo più lentamente. Allo stesso tempo, Huawei sta dimostrando una crescita significativa in altri segmenti, tra cui smartphone e tecnologie per la guida autonoma, il che sta aiutando l'azienda a riportare il fatturato ai livelli del 2020. Secondo Strand, Huawei è costretta a ridistribuire le risorse in base alle priorità.
La situazione attuale solleva interrogativi cruciali sul futuro degli investimenti cinesi in Europa e sulla capacità delle aziende tecnologiche di operare in un contesto geopolitico sempre più complesso. Il caso della fabbrica Huawei in Francia rappresenta un esempio emblematico delle sfide che le aziende devono affrontare nel bilanciare ambizioni di crescita e preoccupazioni per la sicurezza nazionale.
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