Il CERN (Organizzazione europea per la ricerca nucleare) ha annunciato un risultato straordinario: il Large Hadron Collider (LHC) ha accumulato e conservato un exabyte (1 milione di terabyte) di dati sperimentali dopo oltre 15 anni di attività. Per dare un'idea della portata di questa cifra, essa equivale a circa 50.000 anni di visione continua di film in formato DVD. La conservazione di questi dati è di fondamentale importanza per le analisi future, che promettono sviluppi rivoluzionari nel campo della fisica fondamentale.
Come facilmente intuibile, il Large Hadron Collider genera una quantità impressionante di dati. Ogni secondo, miliardi di collisioni di protoni danno origine a sciami di particelle che vengono rilevate dai sofisticati detector del CERN. Tuttavia, per esigenze di archiviazione e analisi, un sistema di trigger seleziona solo una minima parte degli eventi, concentrandosi su quelli ritenuti più interessanti e potenzialmente rilevanti. La maggior parte di questi dati viene archiviata su nastri magnetici, supporti economici, affidabili e stabili, il cui sviluppo è in costante evoluzione fin dagli anni '80.
Attualmente, un exabyte occupa circa 60.000 cartucce LTO. Secondo Jakub Mościcki, responsabile del gruppo di archiviazione dati del CERN, l'exabyte raggiunto rappresenta solo il 10% di ciò che dovrà essere archiviato ed elaborato nei prossimi 10 anni. L'aumento della luminosità dell'LHC previsto per la metà degli anni 2030 incrementerà il volume dei dati di un fattore 10, ponendo sfide significative ai data center dell'organizzazione. Si spera che i progressi nella densità di registrazione compiano passi da gigante, consentendo di archiviare tutti i dati su un numero ridotto di supporti di memorizzazione del futuro, come è avvenuto con i dati del predecessore dell'LHC: un tempo considerati enormi, oggi possono essere contenuti in una decina di cartucce.
Tutti i dati ottenuti dalle collisioni di protoni sono utilizzati per verificare il Modello Standard della fisica delle particelle e per cercare nuove leggi fisiche che vadano oltre esso. Con il progresso degli algoritmi e dei metodi di analisi, gli archivi dell'LHC saranno utilizzati più volte dagli scienziati per nuove ricerche, rendendo la loro conservazione un compito importante quanto la conduzione degli esperimenti stessi. Le scoperte realizzate grazie all'analisi di questi dati potrebbero rivoluzionare la nostra comprensione dell'universo e aprire la strada a nuove tecnologie e applicazioni inimmaginabili.
Il CERN continua a spingersi oltre i confini della conoscenza, e l'archiviazione di un exabyte di dati è solo un passo in avanti in questa straordinaria avventura scientifica. La comunità scientifica internazionale guarda con interesse ai risultati futuri che emergeranno dall'analisi di questa miniera di informazioni, con la speranza di svelare i misteri più profondi del cosmo.
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