Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio (TAR) ha recentemente confermato la decisione della Questura, rigettando il ricorso di una società operante nel settore del gioco legale, inerente al rifiuto di rilascio della licenza necessaria, ex art. 88 T.U.L.P.S., per l'apertura di una sala scommesse a Fiumicino. Questa decisione è emblematica della rigorosa applicazione delle normative che regolano il settore del gioco in Italia.
Alla base del provvedimento di diniego vi è la scoperta di una cointeressenza, sia familiare che societaria, tra la società richiedente e un congiunto precedentemente indagato per reati legati al riciclaggio di denaro. Quest'ultimo è anche destinatario di una misura cautelare interdittiva nel settore del gioco. Questi elementi hanno portato la Questura a negare l'autorizzazione, decisione successivamente avallata dal TAR.
La sentenza del TAR ha sottolineato come l'amministrazione possa legittimamente negare l’autorizzazione previste dall'articolo 88 anche in assenza di responsabilità penale diretta dell'ente richiedente. Questa interpretazione normativa si basa sul concetto giuridico di “buona condotta”, che preclude l’autorizzazione nel caso di potenziali rischi per la sicurezza e per l’ordine pubblico. Secondo la giurisprudenza consolidata, nell'emissione di provvedimenti di polizia, il giudizio prognostico sull'affidabilità soggettiva del richiedente può essere formulato anche su evidenze non qualificabili penalmente, ma comunque idonee a far emergere profili di rischio.
In questo caso, è risultato particolarmente significativo che l'autorizzazione riguardasse gli stessi locali già utilizzati per attività oggetto di indagini legali. Inoltre, la comunicazione dei motivi ostativi era stata ricevuta proprio dal familiare indagato, dimostrando una stretta compenetrazione nella gestione operativa dell'impresa. Queste evidenze sembrano indicare una continuità gestionale che l'amministrazione e il TAR hanno ritenuto impropria.
Questo verdetto non solo rafforza il controllo sulle attività legate al gioco nel territorio italiano, ma mette anche in evidenza quanto sia fondamentale, per ottenere e mantenere autorizzazioni nel settore, poter dimostrare un'irreprensibile gestione legale e operativa, priva di legami con attività criminose. Infine, la conferma del TAR amplifica il monito per l’intero settore, nel mantenere elevati standard etici e normativi nella conduzione delle proprie attività.
L'iter della vicenda di Fiumicino diventa dunque un caso di studio fondamentale per comprendere le interazioni tra normativa, giudizio amministrativo e gestione aziendale nel contesto del gioco legale. Questa decisione sottolinea l'importanza del rispetto della legge e dell'etica aziendale come pilastri fondamentali per operare in un settore tanto delicato quanto regolamentato, quale è quello dei giochi e delle scommesse.