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La nuova era dell’Atalanta targata Ivan Juric ha ufficialmente preso il via con la prima partita di campionato, regalando ai tifosi una prova in chiaro-scuro che ha già stimolato discussioni e riflessioni. L'esordio contro il Pisa ha messo a nudo una squadra che, seppur animata da buone intenzioni, deve ancora trovare il suo equilibrio e la sicurezza mostrati negli anni della gestione Gasperini.
In una giornata dal sapore autunnale allo Stadio Atleti Azzurri d'Italia, i nerazzurri hanno sofferto un primo tempo opaco, come rilevato dai principali osservatori, tra cui anche La Gazzetta dello Sport. La squadra di Juric è apparsa incerta e priva di ritmo, con il Pisa abile a sfruttare gli spazi lasciati tra centrocampo e difesa. L’Atalanta è rientrata nello spogliatoio con uno svantaggio di un gol e con appena un tiro nello specchio della porta avversaria, dimostrando una pericolosa mancanza di incisività in fase offensiva.
Il contributo fino a oggi fondamentale del nigeriano Ademola Lookman è venuto a mancare, e la sua assenza ha pesato sulla fluidità della manovra. I trequartisti, abitualmente incisivi, non sono riusciti ad affrancarsi dagli avversari, lasciando emergere una prevedibilità che i toscani hanno saputo sfruttare a proprio vantaggio.
Dal rientro in campo dopo l’intervallo, l’Atalanta di Juric è sembrata trasformata. Con un baricentro più alto e un ritmo decisamente diverso, la squadra ha iniziato a pressare con intensità, creando opportunità che hanno portato al gol del pari firmato da Gianluca Scamacca. Tuttavia, quella che sembrava la premessa per una rimonta si è rivelata solo una fiammata: una volta esaurita la spinta iniziale, la squadra ha faticato a mantenere la stessa intensità, perdendo nuovamente mordente e controllo del gioco.
Osservando le differenze rispetto al passato, diventa evidente come la squadra sia ancora in piena fase di transizione. Sotto la guida di Juric, le fasce risultano meno sfruttate, riducendo quelle azioni che, nel passato, avevano reso celebre l’Atalanta per la sua capacità di creare superiorità numerica e per il suo pressing asfissiante. Alcuni elementi tattici del passato, come lo sganciamento dei difensori, sono stati riproposti ma necessitano di un’amalgama maggiore con i nuovi schemi di gioco.
Il caso Lookman, fondamentale per l’intera struttura della squadra, rimane un nodo irrisolto. Fino a quando non verrà risolto, costruire un equilibrio solido apparirà un obiettivo lontano. Anche le scelte di Juric, talvolta conservative, sono state al centro di alcune critiche: ad esempio, la panchina lunga per Ederson e la quasi completa permanenza in campo di De Ketelaere hanno sollevato alcune domande.
L’Atalanta versione Juric è chiaramente un cantiere aperto. La sfida sarà riuscire a trasformare rapidamente le criticità emerse in punti di forza, un compito che richiederà pazienza e adattamento sia da parte dei giocatori che del tecnico croato, che dovrà essere abile nel valorizzare le caratteristiche del gruppo a sua disposizione.
Il futuro della nuova Atalanta dipenderà dunque dalla capacità del tecnico di comporre un piano di gioco funzionale e adattabile, capace di ottenere risultati nel breve termine senza sacrificare la crescita a lungo termine. Resta da vedere se la squadra riuscirà a scrollarsi di dosso il vecchio volto e costruire con fiducia una nuova identità sotto la guida di Juric. Al momento, rimane il fascino dell'incertezza e l'ottimismo di chi intravede potenzialità non ancora espresse.
