Dalla falegnameria ai campi di calcio: la straordinaria storia di Moreno Torricelli

Dalla falegnameria ai campi di calcio: la straordinaria storia di Moreno Torricelli

Da artigiano a pilastro della Juventus, la vita di Torricelli è un inno alla forza e alla speranza anche di fronte alla tragedia

Moreno Torricelli non avrebbe mai immaginato di scrivere il proprio nome nella storia del calcio italiano. La sua infanzia si è infatti dipanata tra le maestose montagne di Lillianes, un piccolo borgo della pittoresca Valle d'Aosta. Qui, anziché dedicarsi ai banchi di scuola, scelse la strada del lavoro, impiegandosi come falegname nei mobilifici locali a soli 13 anni. "Non sopportavo molto la scuola e volevo rendermi indipendente", racconta al Corriere della Sera, riflettendo su quegli anni adolescenziali animati dal desiderio di guadagnarsi un futuro con le proprie mani. Eppure, il legno, fedele compagno di tante giornate, non avrebbe segnato il suo destino.

La vita di Moreno ebbe una svolta inaspettata mentre calciava un pallone nelle squadre dilettantistiche della Caratese. Era pronto a giocare un'amichevole contro la Juventus quando catturò l'attenzione di Giovanni Trapattoni, il leggendario allenatore bianconero. Il contratto che siglò, in maniera a dir poco rocambolesca sul cofano di un'automobile, lo strappò alla modesta vita lavorativa, cambiando per sempre la sua traiettoria. In un lampo, Moreno passò dal guadagnare due milioni a ottanta milioni di lire, spedendolo in un tumultuoso viaggio che lo portò a diventare una parte essenziale della Juventus durante una tournée in Asia.

Accanto a lui, un giovanissimo Alessandro Del Piero divenne non solo un compagno di squadra, ma un amico inseparabile. Era usuale per Del Piero visitare la casa di Moreno, dove sua moglie si prendeva cura di tagliargli i capelli. Ricordi dei primi giorni in squadra, segnati da risate in compagnia degli altri giocatori e dal legame speciale che si era venuto a creare, tanto che il mitico Roberto Baggio gli sortì un soprannome ispirato dall'immaginario dei cartoni animati: "Geppetto".

Nella vita di Moreno, però, non ci fu solo il calcio. Un amore profondo legò la sua esistenza a Barbara, l'anima gemella conosciuta a soli 15 anni. Fu un amore immediato, un colpo di fulmine che intrecciò i suoi sogni calcistici al desiderio di costruire una famiglia. Tuttavia, il sogno si spezzò quando il Natale del 2009 segnò l'inizio di una lotta contro una malattia implacabile: la leucemia. Per proteggere Barbara e i figli dalla cruda realtà, mantenne un silenzio assordante, scegliendo di sostenere la speranza nella loro unità familiare. "I medici mi dissero che c’era appena il 2% di possibilità di guarigione. Non dissi niente, a nessuno", confessa. La verità venne svelata la vigilia del 2010, pochi giorni prima che Barbara dicesse addio al mondo.

Per Moreno, quel periodo segnò un cambio irreversibile di priorità. Pur allenando il Figline e avendo ricevuto un’offerta per guidare il Crotone in Serie B, scelse di dedicarsi ai figli, per essere un punto di riferimento saldo. Dopo il ritiro dal grande calcio, Moreno fece ritorno alle origini, abbracciando la falegnameria e le montagne durante la pandemia. A Lillianes, ha messo mani e cuore nel restauro degli edifici locali, ricordando a se stesso le sue radici. Questo suo ritorno a casa è stato accompagnato dalla scoperta di un nuovo amore con Lucia, riuscendo a stringere un delicato legame con la sua famiglia, rispettando il ricordo dell'amata Barbara.

Oggi, all'età di 55 anni, Moreno vive l'esperienza della paternità sotto una nuova luce, trovando gioia nella figura di nonno. Portando avanti il progetto “Allenarsi per il Futuro”, Torricelli ispira le nuove generazioni a vivere appieno ogni momento, consapevole della brevità e dell'imprevedibilità della vita. "La vita può donare e togliere tutto in un batter d'occhio, ma deve essere vissuta al massimo", è il consiglio che, con il cuore, offre agli studenti. Guardando all'intero suo viaggio, Moreno ritrova la consolazione in un percorso che, seppur costellato da avversità, si rivela essere di una bellezza indescrivibile.

Pubblicato Lunedì, 30 Giugno 2025 a cura di Marta B. per Infogioco.it

Ultima revisione: Lunedì, 30 Giugno 2025

Marta B.

Marta B.

Trentasei anni, giornalista pubblicista, lo sport è al centro della mia vita. L'ho praticato con gioia negli anni giovanili (calcio, atletica leggera), lo pratico ora per puro piacere. Lavoro come giornalista free lance e curo prevalentemente articoli di cronaca sportiva e interviste ai protagonisti dello sport, dal calcio fino ai motori.


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