Massimo Ambrosini, emblematico nome del calcio italiano, si rivolge ai giovani sognatori che ambiscono a seguire il suo percorso di successo. Partito con umiltà da Cesena, Ambrosini ha scalato le vette del calcio europeo, conquistando con il Milan due Champions League e diventando una figura simbolica per chi nutre il sogno di diventare un calciatore professionista. La sua storia, un viaggio tra sacrifici, perseveranza e dedizione, è oggi parte integrante del progetto 'Like a Pro' di One of Us, il cui obiettivo è supportare coloro che partono dal basso per realizzare il loro sogno di sfondare nel mondo del calcio.
In veste di ambasciatore del brand Under Armour, Ambrosini è un esempio vivente dei valori che il progetto vuole instillare nei giovani talenti. Riflessioni sulla modernità e l'introduzione della tecnologia nel calcio sono state affrontate dall'ex centrocampista. "Viviamo un’epoca in cui video, numeri e algoritmi giocano un ruolo fondamentale nel processo di selezione dei giocatori", afferma. Tuttavia, Ambrosini sottolinea come l’occhio umano sia insostituibile quando si tratta di valutare le attitudini e il carattere di un calciatore. Secondo Massimo, un dirigente responsabile dovrebbe analizzare a 360 gradi un possibile nuovo acquisto, esplorando non solo le abilità tecniche, ma anche l'ambiente familiare e il modo in cui vive il calcio.
Massimo ricorda con un sorriso gli anni della sua gioventù calcistica, ammettendo che se fosse stato un giovane oggi avrebbe cercato di mettere in risalto una sua qualità forte, poiché "tecnicamente ero un disastro", confessa con onestà. La testimonianza di Ambrosini è un chiaro messaggio di fiducia e determinazione per le nuove generazioni: non aver paura di affrontare le proprie debolezze e lavorare duramente per raggiungere i propri obiettivi senza rimpianti.
Quando a 18 anni approdò al Milan, il contesto calcistico era molto diverso. "Non so se sia più difficile emergere oggi", riflette Massimo. Nel calcio degli anni '90 c'erano meno partite e quindi meno necessità di rose ampie, ma chi possedeva vero talento aveva la capacità di farsi notare. Le società devono saper coltivare i giovani talenti, dando loro il tempo e lo spazio per crescere e sbagliare senza essere oppressi dalla pressione. Il suo passaggio in prestito al Vicenza fu fondamentale, permettendogli di consolidarsi e prepararsi a una carriera di oltre quindici anni con il club rossonero.
Ambrosini riconosce che i ragazzi di oggi vivono in un ambiente che spesso alimenta insicurezze, ma sottolinea che il percorso verso il successo è unico per ciascuno e comprende inevitabilmente errori e momenti di gioco. La sua esperienza è un faro per chi, provenendo da realtà umili, aspira a raggiungere il livello più alto del calcio professionistico. Con speranza e determinazione, Massimo invita le giovani promesse del calcio a non arrendersi di fronte agli ostacoli, perché il loro sogno si può trasformare in realtà.
Fonte: gazzetta.it