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Radja Nainggolan, un nome che risuona con forza nel cuore dei tifosi della Roma, ha recentemente condiviso riflessioni sul proprio passato calcistico e le sue opinioni sull'attuale panorama calcistico. Intervistato da Fantalab, Nainggolan ha espresso un sincero apprezzamento per la sua esperienza a Roma, un periodo che descrive come indimenticabile.
Quando Nainggolan arrivò a Roma, fu accolto da leggende del calibro di Francesco Totti, Daniele De Rossi e Alessandro Florenzi. La sua esperienza nella Capitale fu caratterizzata da un forte senso di appartenenza, alimentato dalla personalità e passione della tifoseria romana. 'Mi hanno accolto questi campioni e la gente con una mentalità che amo – dichiara – sarei rimasto a vita nella Capitale'. Al suo arrivo, la squadra non primeggiava, sebbene vantasse giocatori di enorme talento come Rüdiger, Salah e Pjanic. Nonostante il dominio incontrastato della Juventus in quegli anni, Nainggolan è convinto che con la rosa attuale, la Roma avrebbe potuto vincere cinque campionati.
Il contesto economico della società giallorossa, con bilanci sempre sotto pressione, secondo Nainggolan, rappresentava una sfida continua. 'C’era sempre questo problema economico, non era semplice rimanere tanti anni', riflette, evidenziando come le restrizioni finanziarie abbiano spesso frenato la possibilità di concrete ambizioni alla gloria.
Spesso si evocano i giorni che segnarono la fine della carriera di Totti come un periodo di transizione emozionale. Nainggolan racconta come i rapporti fra Totti e Spalletti fossero tesi, eppure privi di animosità aperta. Nainggolan comprende entrambe le parti: 'C’era qualcosa di strano, Totti non voleva accettare il poco utilizzo in campo, e capisco Spalletti, che non lo usava con rispetto'. Totti, nel periodo finale della sua carriera, era noto per il suo spirito leggero e umoristico, spesso lontano dal concentrarsi solo sul gioco.
La discussione si è poi spostata su diversi calciatori di rilievo nel contesto attuale: Dovbyk, Koné e Džeko. Nainggolan non manca di offrire il suo giudizio diretto e schietto. Ritiene che Dovbyk sia un giocatore sopravvalutato rispetto al suo vero impatto sul campo. Parlando di Koné, commenta come si tratti di un giocatore fisicamente dotato, in grado di proteggere la palla con abilità, sebbene carente di gol e assist. 'Ne ho visti molti così che poi non arrivano mai in alto', riflette, ponderando sulla competizione nel calcio moderno. Per quanto riguarda Edin Džeko, Nainggolan esprime una sincera ammirazione: 'È uno dei migliori attaccanti, fa giocare meglio chi gli è intorno, ha assist, visione di gioco'.
Nella sua valutazione di questi giocatori, Nainggolan non manca di enfatizzare l’importanza della costanza e delle qualità intrinseche nel calcio, auspicando un panorama calcistico che continui a valorizzare il talento genuino sopra le illusioni mediatiche. La prospettiva di Nainggolan offre uno sguardo interessante e autentico sulla realtà del calcio moderno, un mondo in cui egli ha lasciato un segno indelebile.
