Spotify ha recentemente annunciato l'introduzione del suo ambito formato lossless all'interno del suo servizio di streaming musicale. Questa mossa ha suscitato entusiasmo tra gli amanti della musica di alta qualità. Tuttavia, chi utilizza dispositivi Android potrebbe trovarsi deluso nel non ottenere i benefici promessi di un audio senza perdita di qualità. Le ragioni di questa disillusione sono radicate nelle complessità tecniche del sistema operativo Android stesso.
Il nodo della questione risiede nel modo in cui Android gestisce il suono. Ogni audio che viene riprodotto su un dispositivo Android, sia esso una notifica, una suoneria o un brano musicale, passa attraverso un elemento cruciale del sistema: il mixer virtuale. Questo strumento è responsabile di instradare adeguatamente l'audio e gestire i volumi. Tuttavia, opera a una frequenza di campionamento fissa di 48 kHz, un valore diverso rispetto alla maggior parte dei servizi di streaming che funzionano a 44.100 kHz, sia nel formato lossy che nel formato lossless.
Questa disparità implica che ogni audio deve subire un processo di upsampling per adattarsi al mixer, alterando così inevitabilmente il segnale audio originale. Google stessa ha ammesso che tale conversione è peggiorativa per la qualità audio: anche quando un miglioramento teorico fosse possibile, non compensa il tradimento della promessa fatta agli abbonati che scelgono un servizio lossless, il cui obiettivo è ascoltare il brano esattamente come è stato masterizzato in studio.
Le recenti indagini del canale YouTube The Headphone Show, supportate dalle affermazioni di esperti riconosciuti come Head-Fi e Audio Science Review, confermano queste problematiche. Nonostante Google lavori continuamente per ottimizzare l'esperienza utente, la natura stessa del sistema audio di Android rappresenta un ostacolo strutturale difficile da superare per ottenere una perfetta fedeltà audio su Spotify.
È vero che esistono alcune soluzioni per bypassare queste limitazioni, ma sono tecnicamente complesse, raramente affidabili e, di fatto, incompatibili con Spotify. Quindi, chi desidera ottenere una qualità musicale lossless in mobilità e senza compromessi potrebbe dover considerare altre piattaforme hardware o software.
La situazione solleva una riflessione più ampia su quanto il consumatore medio sia realmente in grado di apprezzare questa differenza nella qualità del suono e sul valore percepito dell'offerta lossless in dispositivo portatili. Fino a quando Android non risolverà questi impedimenti tecnici, la promessa di un'esperienza musicale perfetta tramite Spotify resterà, purtroppo, non realizzabile.