Negli ultimi anni, molti fan dei giochi Bethesda Game Studios hanno espresso il desiderio di vedere la famosa azienda di videogiochi adottare un motore grafico più moderno e sofisticato. La richiesta più frequente è che Bethesda abbandoni il suo storico Creation Engine a favore del più recente Unreal Engine 5. Tuttavia, Dan Nanni, un ex designer della compagnia e creatore di elementi per Starfield, lancia un monito riguardo alle possibili conseguenze di questo cambiamento radicale.
Nanni, in un'intervista con VideoGamer, ha espresso preoccupazioni circa l'integrazione di Unreal Engine 5 nei progetti futuri di Bethesda. Secondo lui, i giochi della casa di sviluppo sono rinomati per i loro mondi aperti, complessa fisica interna e vastissima supporto ai modder – qualità che non sono automaticamente garantite da Unreal Engine.
Il designer ha sottolineato come una scelta del genere richiederebbe alla squadra tecnica di Bethesda di praticamente costruire un nuovo motore da zero all'interno dell'architettura offerta da Unreal. Questo porterebbe inevitabilmente a un significativo dispendio di tempo e risorse, data la necessità di riqualificare i programmatori abituati a lavorare con Creation Engine 2, la versione più aggiornata del motore Bethesda, che è alla base di Starfield e del prossimo The Elder Scrolls VI.
Un altro punto cruciale riguarda la comunità dei modder. Questi appassionati creatori di contenuti aggiuntivi per i giochi Bethesda hanno sviluppato nel tempo una profonda conoscenza del Creation Engine, e una transizione ad Unreal Engine potrebbe minacciare quest'ecologia ben consolidata. Nanni ha infatti posto l'accento sulla necessità di considerare i rischi legati alla possibile perdita di questa competenza: "Dovete chiedervi se vale la pena mettere a rischio queste conoscenze consolidate e che tipo di vantaggi reali si otterrebbero da questo passaggio".
Sebbene ci siano esempi di successo di giochi che hanno utilizzato Unreal Engine per grandi produzioni, la storia è costellata anche da casi in cui la transizione ha generato criticità significative. Anche Oblivion, uno dei titoli storici di Bethesda, ha subito una trasformazione per il remaster con Unreal Engine 5, perdendo però parte della sua capacità di supportare il modding in maniera fiorente come in passato.
Nonostante le dichiarazioni di Nanni, è chiaro che il futuro vedrà inevitabilmente Bethesda rinnovarsi ulteriormente. L'azienda non può ignorare l'evoluzione tecnica del settore. The Elder Scrolls VI, già in sviluppo dal 2021, rappresenterà un altro banco di prova importante per verificare l'efficacia dell'attuale motore. Tuttavia, il gioco non sarà disponibile prima del 2026, lasciando il tempo di valutare con calma le strategie tecniche da adottare.
La questione del cambiamento di motore rimane complessa e delicata. Pur riconoscendo i limiti del Creation Engine, la decisione di passare a una nuova piattaforma non può essere presa alla leggera, considerando fattori come la qualità del prodotto finale, le esigenze della comunità e i tempi di sviluppo prolungati. Bethesda dovrà trovare un equilibrio tra innovazione e continuità per continuare a proporre esperienze di gioco uniche, fedeli alla tradizione che l'ha resa celebre nel mondo videoludico.