Negli Stati Uniti, il mondo della raccolta e vendita di dati personali si trova sotto una lente di ingrandimento. Recenti rivelazioni da parte di attivisti per i diritti alla privacy hanno gettato luce su quello che sembra essere un comportamento problematico da parte dei broker di dati, i quali potrebbero non conformarsi pienamente alle leggi locali.
Mentre l'Europa si avvale di leggi rigorose in materia di protezione dei dati, gli Stati Uniti non dispongono di una normativa federale equivalente. Tuttavia, California, Oregon, Texas e Vermont hanno introdotto regolamentazioni specifiche richiedendo che i broker di dati si registrino e aggiungano trasparenza alla loro attività.
Nonostante queste leggi, molti broker non risultano registrati in tutti e quattro gli stati, limitando la capacità dei cittadini di sapere quali dati vengano raccolti, né tantomeno di esercitare il diritto di evitare che le loro informazioni personali vengano vendute o condivise.
Il problema è stato portato alla luce grazie agli sforzi del Electronic Frontier Foundation (EFF) e del Privacy Rights Clearinghouse (PRC), entrambe organizzazioni che tutelano i diritti alla privacy. Queste hanno collaborato per condurre un'analisi approfondita, rilevando come molti broker non abbiano rispettato l'obbligo di registrarsi nelle quattro giurisdizioni.
Le informazioni in questione non sono banali; si tratta spesso di dati altamente sensibili come la posizione geografica, utilizzabili per fini pubblicitari mirati, discriminazione, e persino per incrementare la sorveglianza governativa. La loro diffusione può incrementare il rischio di violazioni della sicurezza dei dati, rendendole accessibili a malintenzionati per phishing, molestie, o atti di stalking.
Le preoccupazioni sollevate dall'EFF indicano che la situazione potrebbe essere addirittura peggiore di quello che si possa pensare, dato che la loro indagine si è concentrata su broker registrati almeno in uno degli stati, lasciando sospettare che ci possano essere altri broker completamente fuori da qualsiasi registro statale.
L'appello è chiaro: le autorità degli stati coinvolti devono avviare indagini urgenti per verificare perché tanti broker non siano ancora in regola con le leggi locali sulla protezione dei dati. L'obiettivo è garantire che i cittadini possano esercitare il loro diritto alla privacy in modo efficace, proteggendo così i loro dati personali da usi indesiderati e potenzialmente dannosi.