Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio ha recentemente annullato una sospensione imposta dall'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM) nei confronti di una rivendita di tabacchi e ricevitoria del Lotto situata a Roma. La decisione del TAR arriva dopo una controversia originata da un decreto di confisca emesso dal Tribunale di Roma e trasmesso dai Carabinieri, che aveva portato l'ADM a disporre la sospensione cautelare dell'attività commerciale.
Questo provvedimento, comunicato alla titolare della rivendita tramite PEC il 5 giugno 2025, impediva la vendita di tabacchi e la raccolta del gioco del Lotto, senza però stabilire un termine finale per la sospensione. La questione è stata portata in tribunale dalla proprietaria, supportata dall'avvocato Carmelo Curcio, che ha sollevato diversi punti di illegittimità riguardo il provvedimento ADM.
I principali argomenti del ricorso evidenziavano un evidente difetto di motivazione. L'ADM, infatti, non aveva giustificato la necessità della sospensione nonostante fosse già stato nominato un amministratore giudiziario, autorizzato dal giudice delegato a continuare la gestione dell'attività. Inoltre, l'omessa comunicazione dell'avvio del procedimento e la mancanza di un termine finale concreto erano altrettanto centrali nel ricorso. Tali elementi contrastavano con il principio di proporzionalità e la norma del d.lgs. n. 159/2011 (Codice Antimafia) che consente la conservazione delle autorizzazioni laddove vi sia una gestione autorizzata.
Il TAR, con il contributo della dott.ssa Eleonora Monica, ha accolto il ricorso, sottolineando l'importanza di una motivazione adeguata nei provvedimenti amministrativi. Il tribunale ha osservato che l'ADM non ha spiegato le ragioni della sospensione, né perché l'amministratore giudiziario non fosse stato autorizzato a succedere, sebbene la legge preveda la possibilità di mantenere i titoli abilitativi fino all'approvazione di un piano di gestione da parte dell'amministratore giudiziario.
La sentenza ribadisce come sia fondamentale che i provvedimenti amministrativi siano chiaramente motivati, specialmente quando hanno impatti rilevanti sull'attività economica dei privati. La misura imposta da ADM è stata giudicata illegittima perché indeterminata e non giustificata dall'urgenza, dato che non era stato comunicato alcun avvio del procedimento. L'approccio adottato dal TAR mette in risalto l'importanza di un quadro giuridico che garantisca la chiarezza e la proporzionalità, evitando atti amministrativi che si configurino come definitivi mascherati da misure temporanee.
Sebbene il TAR abbia annullato il provvedimento di sospensione, ha riconosciuto la possibilità per l'ADM di adottare nuove decisioni purché rispettino i principi sanciti dalla sentenza. Nella sua pronuncia, il tribunale ha anche stabilito la compensazione delle spese di lite tra le parti, tenuto conto della complessità e particolarità del caso esaminato.
Questa vicenda sottolinea e rinnova il richiamo ai principi di buona amministrazione, in particolare quelli di proporzionalità e temporaneità, principi essenziali per tutelare il diritto all'attività economica.