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Il recente intervento del Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) del Lazio ha aperto un dibattito cruciale riguardo le sanzioni amministrative per la pubblicità del gioco d'azzardo online. Questo sviluppo discende da una situazione particolarmente intricata, che ha visto al centro un giovane ventottenne sanzionato con un importo di ben 157.000 euro da parte dell'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM). Il colpevole atto consisteva nella pubblicazione di video promozionali dei giochi online, che avevano fruttato al giovane una somma inferiore a 1.000 euro.
Questo caso ha evidenziato le disparità insite nelle attuali normative, mettendo a nudo l'inadeguatezza delle sanzioni minime precostituite di 50.000 euro, imposte a prescindere dalla gravità delle trasgressioni. L'attenzione legale e mediatica si è concentrata sul conflitto tra le risorse economiche limitate del giovane coinvolto e la severità della condanna finanziaria imposta.
Il pronunciamento del TAR, sancito con l'Ordinanza n. 15037 del 29 luglio 2025, critica radicalmente il vigente meccanismo punitivo. La normativa attuale prescrive, infatti, una soglia minima di sanzione non derogabile, applicata in maniera uniforme, indipendentemente dall’entità delle infrazioni. Questo approccio ha sollevato questioni riguardanti la proporzionalità e la giustizia delle sanzioni amministrative, richiedendo una revisione che tenga conto delle circostanze specifiche dei casi singoli.
L'origine del meccanismo sanzionatorio contestato risale all'art. 9 del decreto-legge 12 luglio 2018 n. 87, convertito nella legge del 9 agosto 2018 n. 96. L'obiettivo era quello di arginare comportamenti che possono alimentare il fenomeno della ludopatia, tutelando al contempo la salute pubblica. Tuttavia, la rigidità della legge rischia di riversarsi in punizioni che non riflettono l'effettiva gravità o il contesto delle azioni sanzionate.
Il principio di proporzionalità, invocato dal TAR, suggerisce che le sanzioni debbano essere calibrate alla gravità del reato e alle circostanze individuali, in linea con gli orientamenti giurisprudenziali espressi, ad esempio, dalla Corte Costituzionale il 14 aprile 2022 (Sentenza n. 95). Aggiungendo un ulteriore tassello alla discussione, una sentenza del 23 settembre 2021 (n. 185) aveva già dichiarato l'illegittimità delle sanzioni fisse di importo elevato.
Una problematica saliente riguarda la maniera indistinta in cui la soglia minima di 50.000 euro è applicata, nonostante le diverse capacità economiche dei soggetti coinvolti. Mentre le rigorose sanzioni potrebbero avere un impatto limitato su una grande impresa, esse possono assumere un peso insopportabile per un individuo con risorse limitate.
Nell'impegno legislativo per combattere la ludopatia, una sfida ulteriore è ora rappresentata dalla necessità di garantire che le sanzioni siano giuste e appropriate. In questo quadro, l'intervento del TAR Lazio non solo sottolinea la tensione tra l'obiettivo delle norme e la loro applicazione, ma invoca una revisione che le renda conformi ai principi costituzionali di proporzionalità e ragionevolezza. Si auspica, dunque, che questo passo possa condurre a una revisione normativa più sensibile e adattabile, che possa proteggere sia la società che gli individui coinvolti, in maniera equa e giusta.
